CulturaGemonese

A Gemona la presentazione delle “Letaris ai furlans” di Pre Bepo Marchetti

Grazie al lavoro del linguista Davide Turello, tornano alla luce in una nuova edizione le “Letaris ai furlans” di Giuseppe Marchetti. A pubblicarle in tandem sono il Comune di Gemona del Friuli (luogo di nascita di Pre Bepo) e “La Patrie dal Friûl”, la sua creatura editoriale che dal 1946 porta avanti un messaggio di custodia attiva delle radici e dei valori che derivano dalla storia e dalla cultura dei friulani.

L’iniziativa, in collaborazione con la Comunità di Montagna del Gemonese e il Comune di Artegna, si inserisce nel novero delle proposte che l’Arlef ha fatto proprie per la Fieste de Patrie dal Friûl e per questo che il volume sarà presentato mercoledì 3 aprile alle 17.30 in sala consiliare a Gemona alla presenza del curatore, dell’assessore alla cultura del Comune Flavia Virilli e del direttore dell’Arlef William Cisilino.

La presentazione inizierà con la premiazione del concorso “Glemone, îr, vuei e doman” rivolto alle scuole del territorio: l’abbinamento è naturale, perché tra i destinatari delle “Letaris” vi sono proprio i ragazzi, a cui Marchetti si rivolgeva affinché non dimenticassero mai da dove venivano.

Le “Letaris” sono considerate un modello di stile della prosa friulana. Pre Bepo Marchet le scrisse fra il 1949 e il 1950 sulle pagine della “Patrie dal Friûl”, la rivista che aveva fondato insieme a Felix Marchi per dar voce a coloro che riconoscevano nell’identità friulana un valore decisivo per risollevare le sorti della comunità dopo mezzo secolo segnato da due guerre mondiali e una dittatura. In quel momento però Marchetti, intellettuale finissimo e al contempo vibrante polemista, sentiva che i friulani stavano smarrendo se stessi. Ecco allora l’idea di rivolgere una serie di venti “Letaris” indirizzate ad interlocutori immaginari, nelle quali con stile secco e tagliente esortava i friulani a non rinnegare se stessi e a non cadere in preda al conformismo e alla cultura dominante, spingendoli a riprendere in mano le redini del proprio domani.

Si tratta di un messaggio che con l’andare degli anni non perde valore, anzi nel frattempo molti interrogativi posti allora dalla penna corrosiva di Marchetti restano sul tappeto. E’ merito di Turello, studioso che lavora all’Università di Bamberg in Germania, se si potrà restituire ai friulani una nuova edizione, più che mai necessaria perché sono passati più di 40 anni da quando nel 1977 la Clape Culturâl Acuilee rieditò meritoriamente in volume queste lettere; nel frattempo è entrata in uso la grafia ufficiale, ma la revisione di Turello non si ferma a questo, poiché propone anche dei commenti a ogni singola lettera e correda il testo con un apparato di note dettagliate che illustrano in modo certosino il lessico assai prezioso usato dall’autore nella completa gamma dei suoi significati. In questo modo anche le nuove generazioni possono comprendere fino in fondo la portata di un messaggio che a 75 anni di distanza non smette di essere attuale, anzi per certi versi si rivela profetico.