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Accoglienza e generosità dopo Caporetto: il grazie della Val Resia alla comunità di Modigliana

Una pagina di storia poco conosciuta e sicuramente dimenticata troppo in fretta mentre la generosità di una comunità, quale quella dimostrata dal piccolo paese appenninico di Modigliana in provincia di Forlì-Cesena, richiedeva ben altra attenzione. E questa richiesta di conoscere più a fondo questa pagina dimenticata è la finalità che si sono posti il Comune di Resia, alcune associazioni, i gruppi Alpini della Valle, il Comune di Modigliana e il loro gruppo alpini.

Ci riferiamo alla prima guerra mondiale quando, a seguito della rotta di Caporetto (24 ottobre 1917) circa 500.000 persone, pressate dall’avanzata delle truppe austro-ungariche, fuggirono dai territori di confini del Nord-Est d’Italia e raggiunsero con ogni mezzo zone più sicure, soprattutto nell’Italia centrale.

Il tutto nasce dalla curiosità di alcuni resiani che conoscevano questa pagina, perché alcuni loro parenti ne erano stati protagonisti. Nelle varie adunate degli Alpini questa curiosità è cresciuta ed ha portato Cesare Samorì di Modigliana a fare una accurata ricerca che lo ha portato a scrivere il libro “1917 – Fuga dal Nord-Est – Generosità Modiglianese”. Questo documento racconta, in modo dettagliato, il dramma della fuga dalla guerra dei resiani, l’accoglienza nella comunità di Modigliana e la generosità di tutta la gente romagnola che in ogni modo ha cercato di rendere meno doloroso il loro esodo.  

A distanza di oltre 100 anni da quella drammatica vicenda, la comunità della Val Resia intende esprimere un grande grazie a quella di Modigliana e a Cesare Samorì. 

Per questo domenica 7 dicembre alle ore 18, nella sala consiliare di Resia, il libro verrà presentato dall’autore, dal sindaco di Modigliana Jader Dardi, dell’assessore alla Cultura Sabrina Samorì, accolti assieme ad altri cittadini romagnolo e da alcuni cittadini di Modigliana dal sindaco di Resia Anna Micelli, dal direttore del Parco delle Prealpi Giulie Stefano Santi e da tanti alpini, e non solo, della Val Resia.