OVARO- Il vertice Coldiretti di Malga Pozof

Un vertice delle categorie economiche, che ha
visto coinvolte anche la Regione e la Provincia di Udine, indetto
dalla Federazione provinciale della Coldiretti la quale ha tenuto
la seduta estiva del consiglio direttivo sul monte Zoncolan, alla
malga Pozof (Marmoreana), quota 1580, località Liartis in Comune
di Ovaro, ha permesso all’assessore regionale alle Risorse
Agricole, Naturali e Forestali e per la Montagna Enzo Marsilio di
fare il punto sulle iniziative da intraprendere per rilanciare il
comprensorio svantaggiato.

La Coldiretti di Udine, come ha detto in apertura il presidente
Roberto Rigonat dopo il saluto del sindaco di Ovaro Lino Not, ha
inteso rilanciare sui problemi della montagna, e verificare la
disponibilità dei soggetti interessati a intraprendere un’azione
sinergica a favore dell’area montana. Ha così indetto l’incontro,
occasione per presentare il nuovo presidente regionale Dimitri
Zbogar, e per illustrare una sorta di patto tra le categorie
economiche per il rilancio della montagna,

La serie di interventi è stata aperta dal vicepresidente
provinciale della Coldiretti Gianpietro Tomat, il quale partendo
dalla considerazione che l’area montana ricopre il 45 per cento
del territorio regionale, ha ricordato che attualmente, sulla
nostra montagna la superficie agricola utilizzata (Sau) è circa
il 40 per cento di quella complessiva, mentre negli anni ’70 era
pari al 70 per cento.

Mentre in Carnia oggi è attivo il sei per cento delle aziende che
operavano nello stesso comprensorio negli anni ’60, tale
percentuale sale all’11 per cento nella Valcanale. In Carnia, le
aziende agricole sono infatti passate dalle circa 7400 degli anni
’60 alle 1423 attuali, con un incremento della superficie media
aziendale da 3,5 a 15,5 ettari. Inoltre le aziende con una
superficie coltivata inferiore a un ettaro sono solo il 20 per
cento.

Secondo Tomat questa situazione evidenzia la debolezza
strutturale del comparto agricolo, con la chiusura delle piccole
attività, e la difficoltà a controllare un territorio sempre più
vasto.

Sono seguiti poi i contributi di Licia Cimenti, della
Cofartigianato della Carnia, di Bernardino Ceccarelli,
vicepresidente provinciale dell’Associazione piccole e medie
imprese, dei presidenti dell’Assindustria di Udine Giovanni
Fantoni, della Confcommercio regionale Giovanni Da Pozzo,
dell’Associazione cooperative friulane Giampaolo Zamparo, e
dell’assessore provinciale Vittorio Caroli, per rilevare la
volontà comune di individuare un percorso sistematico da seguire
per la rinascita della montagna regionale.

Un percorso, come ha concluso Marsilio, che non deve essere
ispirato esclusivamente da considerazioni di carattere economico,
ma deve trovare la sintesi in un modello nel quale si tenga conto
delle esperienze ricavate dalla cultura e dalle tradizioni
locali.

“Occorre fare tesoro – ha precisato l’assessore – dei cambiamenti
vissuti dalla gente della nostra montagna e predisporre programmi
di formazione rivolti sia agli imprenditori che ai lavoratori,
impostando un progetto di sviluppo che parta dal basso e sia
condiviso da tutte le categorie e dalle componenti interessate”.

Tale progetto, sempre secondo l’assessore, dovrà avere la Regione
quale soggetto di coordinamento, ma deve poter essere applicato
in modo differenziato nei diversi ambiti della montagna del
Friuli Venezia Giulia, divenendo un modello esemplare da poter
introdurre poi, adattandolo, anche in altre realtà del territorio
regionale.

Un modello che, come ha concluso l’assessore deve essere più
attuale di programmi comunitari come l’Obiettivo 2, che non ha
consentito di attuare uno sviluppo integrato del territorio, e
consentire alla nostra comunità, specialmente a quella della
montagna, di porre le basi per un balzo in avanti nella qualità
della vita.