Conclusa ad Artegna l’undicesima edizione dei “cantieri del paesaggio”
Si è conclusa ad Artegna l’undicesima edizione dei “cantieri del paesaggio”, promossi dall’Ecomuseo delle Acque del Gemonese in collaborazione con il Comune. Si tratta di una vera e propria scuola (immersiva, la durata è di due settimane) che si propone di tramandare e diffondere conoscenze, abilità e competenze legate alle tecniche di restauro dei muri in pietra a secco, elementi cardine del paesaggio terrazzato che contraddistingue le prealpi friulane. Dal 2015 hanno partecipato ai cantieri – va precisato: gratuiti – oltre 300 persone, un piccolo esercito di “apprendisti artigiani”, formati sul campo da un validissimo “maestro artigiano” (Tommaso Saggiorato) che ha stretto un rapporto continuativo con l’Ecomuseo. I cantieri fanno parte di un programma articolato, che comprende attività di schedatura, incontri pubblici, visite guidate, supporti a studenti per ricerche e tesi di laurea: l’obiettivo è educare ai valori del paesaggio culturale di cui i muri a secco sono la testimonianza.
Nel 2025 si è data continuità al ripristino di un’opera muraria di cui ci si era già occupati in passato, considerato il suo sviluppo (quattro i cantieri precedenti). Si tratta del muro di contenimento che affianca il Troi dal Cret nel settore più elevato del Colle di San Martino: un’operazione strategica che, grazie alla sinergia tra Ecomuseo e Comune, contribuisce a valorizzare lo straordinario contesto storico-archeologico del rilievo. I lavori di recupero del manufatto richiedono tempo e pazienza anche perché, trattandosi di un corso, teoria e pratica devono compensarsi, per questo al tratto finale del muro saranno dedicati i prossimi interventi. Il fatto che nel 2018 l’Unesco abbia inserito l’arte dei muri a secco nel Patrimonio culturale immateriale dell’Umanità, ha legittimato ancor di più i “cantieri”, oramai parte integrante dei programmi dell’Ecomuseo.
(foto di Graziano Soravito)
