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Revelant (AR) sull’idroelettrico: “Aumentare i canoni e ridistribuire le rendite”

Con una mozione presentata nei giorni scorsi dai consiglieri regionali Roberto Revelant (Ar), Alessandro Colautti (Ncd) e di Riccardo Riccardi (Fi) l’opposizione punta a impegnare la Giunta regionale a rideterminare i canoni per le grandi deviazioni d’acqua ad uso idroelettrico, aumentandone il valore in linea con le altre regioni italiane.

Ciò comporterebbe, secondo i dati presentati dai consiglieri, un introito per la Regione di circa 2 milioni in più l’anno rispetto agli attuali 11,5 milioni, da destinare poi, insieme al resto degli incassi “a riparare i danni arrecati ai territori colpiti dal prelievo della risorsa idrica” e, più in generale, per “la valorizzazione e ambientale e per lo sviluppo della montagna”.

tabella idroelettrico fvg

Nel documento si chiede alla Regione di:

rideterminare i canoni per le grandi derivazioni d’acqua ad uso idroelettrico, aumentandone il valore in linea con le altre regioni italiane.

destinare quota rilevante delle risorse generate dai canoni per le derivazioni d’acqua prioritariamente al fine di accrescere le risorse per riparare i danni arrecati ai territori colpiti dal prelievo della risorse idriche, finanziando le opere e gli interventi di ripristino del danno ambientale causato dallo sfruttamento e per investimenti di valorizzazione ambientale e per lo sviluppo della montagna.

ridistribuire ai Comuni la quota di sovracanoni destinata alle Province a seguito della redistribuzione delle funzioni in materia.

– aprire un tavolo con il Governo e le altre regioni italiane al fine di studiare la revisione dei canoni sulla base dei nuovi principi sanciti dalla Direttiva Quadro Acque (2000/60/CE), in modo da valutare il superamento del sistema dei canoni calcolati sulla potenza nominale e l’introduzione di sistemi di tassazione volti a redistribuire le rendite e internalizzare i costi ambientali generati dall’uso delle risorse idriche.

La richiesta di aumento del canone è circoscritta, ha spiegato Revelant, “agli 11 impianti con potenza superiore ai 3 mega, afferenti a soggetti che hanno la sede fuori dal Friuli Venezia Giulia e che quindi non pagano nemmeno qui le imposte e le quindi le casse regionali non ne beneficiano”. La quota del canone che può essere determinato dalla Regione è quello demaniale e attualmente con 14,27 euro/Kw è il più basso del Nord Italia.

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