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Il bilancio di Fontanini, tra Montagna, Coopca e riforma degli enti locali

E’ un bilancio positivo quello tracciato dal presidente Pietro Fontanini sull’operato di palazzo Belgrado nel 2015, “anche se – ha tenuto a precisare oggi nel corso della conferenza stampa di fine anno – l’azione amministrativa, specie sul versante delle opere pubbliche, è stata limitata, come nelle ultime annualità, dai vincoli del patto di stabilità. L’Ente ha impegnato tutte le risorse possibili in interventi a favore della collettività, ha colto le opportunità per concretizzare opere, in primis per migliorare la viabilità di competenza e gli spazi scolastici.

Attenzione è stata riservata alla montagna con 555 mila euro destinati all’omonimo fondo cui sono state aggiunte ulteriori risorse per interventi peculiari in aiuto ai Comuni montani per la manutenzione straordinaria di alcune strade. Forte anche l’impegno sul versante culturale con le mostre, la presentazione di libri, la Festa del Friuli, l’incontro per il 40mo anniversario della morte di Pasolini. L’attività è stata intensa anche quest’anno e su più fronti con molti risultati centrati; un’operatività ben lontana da un ente prossimo alla chiusura che, difficilmente, potrà essere sostituito da 10 unioni territoriali intercomunali sul cui futuro incombono molte ombre…”.

E guardando al 2016 il Presidente, affiancato dal vice Franco Mattiussi con deleghe alla viabilità, al trasporto pubblico e dall’assessore all’edilizia scolastica Carlo Teghil che, per i settori di competenza hanno illustrato quanto realizzato nel 2015 e quanto calendarizzato per il 2016, ha ribadito la volontà di operare con lo stesso ritmo confermando, anche per il prossimo anno, un analogo ammontare di risorse da destinare alla realizzazione delle opere pubbliche, continuando e completando interventi già avviati o iniziandone di nuovi, al netto di eventuali nuovi finanziamenti attivabili nell’anno.

Pietro Fontanini
Pietro Fontanini

Un approccio determinato quello del Presidente per il 2016, anno che sarà anche il vero banco di prova per la riforma degli enti locali, “una riforma che – ha affermato Fontanini – sta già facendo acqua da tutte le parti. La massiccia protesta dei sindaci è la conferma di una manovra inadeguata, calata dall’alto, che produrrà più costi con il passaggio del personale dalle Province alla Regione (per un totale di 4 mila dipendenti con relativo aggravio di spesa; solo per i 200 dipendenti collegati alle funzioni del lavoro transitate a luglio 2015, l’aumento è stato di 2,5 milioni di euro), aumenterà la burocrazia. Una riforma tecnicamente inattuabile se si pensa a una gestione uniforme, come quella garantita finora, da parte delle Uti (ancora non operative) di strade e scuole. Un’operazione penalizzante per il Friuli che perderà il suo organo amministrativo di riferimento, la Provincia di Udine, presentata con l’intento di razionalizzare e rendere più efficiente e moderno il sistema di governo. Beh, mi pare che le premesse non vadano proprio in questa direzione. L’impasse sull’operatività delle Uti sta generando preoccupazione e difficoltà per l’accesso ai fondi comunitari. Se qualche Comune aveva intravisto nelle Unioni l’ipotesi di partecipare a bandi poiché inserito in una realtà più strutturata, ebbene lo stallo in cui si trovano le Uti chiude questa strada.

La Provincia di Udine, nel frattempo, può continuare a garantire la partecipazione ai bandi e la conseguente distribuzione delle risorse a tutto il territorio sulla scia di quanto già realizzato (12 i progetti ai quali ha partecipato nel settennato 2007-2013 con 1 milione 848 mila euro di fondi conseguiti). Ma anche in questo caso si tratta di una competenza a scadenza che non consente di essere credibili e affidabili con i partner con i quali la collaborazione va impostata fino al 2020 quando la nostra scadenza amministrativa è nel 2018”.

sindaci resistenti conf stampa
I sindaci “resistenti”

Sulla riforma degli enti locali, Fontanini ha rilevato che “va contro il territorio, contro l’articolo 11 dello Statuto che prevede il decentramento amministrativo con competenze in capo ai Comuni e agli Enti di area vasta. La manovra che cambierà l’assetto istituzionale è stata impostata con decisioni prese a livello centrale, dalla presidente Serracchiani. La conseguenza per la Provincia di Udine, la più importante della regione, sarà una forte frammentazione amministrativa ma anche a livello identitario, etnico e culturale. Gran parte dei 540 mila cittadini, infatti, si riconoscono nella minoranza friulana a tutela della quale però verrà a mancare l’ente di riferimento”.

“Quanto alle risorse riversate sul territorio, – ha aggiunto Fontanini – anche quest’anno abbiamo fatto la nostra parte e intendiamo continuare per il prossimo anno con il rischio, correlato agli sviluppi della riforma, di non essere più attori di primo piano nell’azione amministrativa. La sperimentazione spinta voluta da Serracchiani sul nostro territorio mentre nel resto d’Italia le Province continuano a esistere, sarà un vero e proprio pasticcio ai danni della collettività. Rilevo inoltre una forte arroganza nell’inserimento nella legge di modifica dello Statuto regionale della chiusura anticipata della Provincia di Udine. Fortunatamente il testo è stato modificato e a gennaio io sarò al Parlamento in audizione per illustrare le ragioni della Provincia di Udine”.

Stefano De Marco Fontanini
Fontanini a sostegno di uno dei dipendenti Coopca messosi in proprio

Per contrastare questo scenario Fontanini auspica nel positivo esito del referendum (al quale sta lavorando il comitato “Tutti per il Friuli” guidato dal Comune di Rivignano-Teor) per la creazione di due province autonome, il Friuli e l’area metropolitana di Trieste, per rispettare la dualità della regione e le ambizioni dei rispettivi territori.

Qualche parola anche sulla montagna e sulla difficile situazione in cui versa, per effetto della crisi della Coopca. “Anche in questa situazione, purtroppo, constato una disparità di trattamento: mentre per la crisi delle Coop Operaie è stata trovata una soluzione per tutti, per CoopCa vi sono ancora 300 dipendenti da ricollocare. E in tutto questo, anziché rilanciare la montagna friulana, -ha concluso Fontanini – assistiamo ad un finanziamento pari a 40 milioni di euro da parte della Regione per portare i turisti a sciare in Carinzia, utilizzando risorse che derivano dalle tasse pagate dai nostri cittadini”.

UN FUTURO DA SINDACO DI UDINE?

“Se la Provincia di Udine chiude, se le forze reggono e la salute mi accompagna, sono disponibile a propormi per prendere in mano un altro ente che possa rappresentare il Friuli, e potrebbe essere anche il Comune di Udine”. Lo ha detto all’ANSA il presidente Provincia Udine, Pietro Fontanini (LN), a margine della conferenza per bilancio di fine anno. “Per ora mi occupo della Provincia di Udine e cerco di combattere la riforma regionale degli enti locali che ritengo molto sbagliata”.

IL PUNTO DEGLI ASSESSORI

asfalti lavori stradeViabilità. Non è ancora scritto il destino dei 1300 km di strade gestite dalla Provincia. “Dovrebbero passare in Regione ma a distanza di 6 mesi ancora non abbiamo notizie sul passaggio – ha affermato il vicepresidente Mattiussi -. Chissà se accadrà come per il trasporto pubblico locale di cui avrebbe già dovuto occuparsi in via esclusiva la Regione Fvg, ma che ancora per tutto il 2016 vedrà in pista le amministrazioni provinciali con una dotazione di fondi pari al 90% trasferiti dalla stessa regione”. Quanto al programma degli interventi sulle strade per il 2016, Mattiussi ha segnalato per il prossimo anno la conclusione del cantiere di Santa Caterina, l’inaugurazione delle rotonda del Morena, una nuova rotatoria in comune di Buja nonché la manutenzione straordinaria della viabilità che da tre anni viene garantita senza ricorrere a nuovi mutui. “Nel 2016 – ha annunciato Mattiussi – partiremo anche con la realizzazione della sp 80 di Porpetto: gli espropri sono stati già effettuati, per il prossimo anno abbiamo impegnato 2 milioni 800 mila euro di spazi finanziari destinati ai pagamenti per le imprese, 1 milione 600 mila euro quelli prenotati per il 2017. Contiamo di completare questa nuova realizzazione nel 2018 contribuendo così a migliorare l’infrastrutturazione della più importante area economica del Nord Est”.

Liceo Paschini 1_mScuole. La Provincia di Udine gestisce una settantina di istituti scolastici per circa un centinaio di fabbricati da Tarvisio a Lignano, in cui vengono accolti 22 mila alunni, 13 mila solo a Udine. “La gestione attuata dalla Provincia si basa sui principi di uniformità difficilmente perseguibili con il trasferimento di questa funzione alle Uti – ha precisato l’assessore Teghil –. Questo grazie a una struttura forte in grado di mantenere su tutti i plessi un alto livello nella qualità delle strutture, quel livello che ci ha permesso di essere valutata la terza provincia in Italia per la qualità dell’edilizia scolastica”. Teghil ha quindi ricordato i principali interventi realizzati nel 2015 e gli impegni del 2016 a partire dall’avvio dei cantieri sostenuti tramite Fondi Bei per 1,2 milioni di euro (si tratta di cantieri già calendarizzati per quest’anno ma fermi per l’assenza di un visto ministeriale: Zanon-sostituzione serramenti; Ceconi- rifacimento tetto e manutenzione facciate; Copernico- lavori di straordinaria manutenzione, adeguamento edile e impiantistico), la sostituzione della caldaia del Malignani che serve tutto il centro studi (500 mila euro), la ripartenza del cantiere dell’Uccellis (2,4 milioni euro) ma anche il nuovo intervento per la realizzazione delle cucine (3 milioni di euro) e un ulteriore lotto, il sesto, di adeguamento edile e impiantistico per il Conservatorio Tomadini (1 milione 630 mila euro). In calendario anche la manutenzione delle palestre del Marinelli, dell’Uccellis e del Linussio di Codroipo. In progettazione invece l’ampliamento dello Stringher, per complessivi 6 milioni di euro e una trentina di nuove aule utili a risolvere la cronica carenza di spazi scolastici a Udine e la crescita costante degli studenti nel capoluogo.