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36 ore ininterrotte nelle viscere del Canin

C’è un posto sul pianeta Terra ove in caso d’incidente, qualunque tecnologia, per quanto avanzata e moderna, non può risolvere l’emergenza. Un posto ove non arrivano reti cellulari, non arrivano mezzi meccanici, non c’è elettricità, né calore, né tantomeno la luce. Molta acqua, anche irruente, clima gelido e un coperchio di roccia fossile antica 200 milioni d’anni. Questo posto sono le grotte del Canin, situate in Friuli Venezia-Giulia, sulle Alpi Giulie orientali. Un luna-park per gli speleologi ed i ricercatori di fossili, un geo-sito territoriale di valenza mondiale, che trattiene al suo interno tra i più importanti fenomeni carsici nazionali ed europei (il pozzo naturale più profondo del mondo e diverse cavità che si spingono oltre i 1000 metri di profondità).

In questo luogo, nelle date del 1-4 ottobre 2015, si sono messe alla prova, come ogni anno, le delegazioni del Soccorso Speleologico delle regione FVG e del Veneto, facenti parte del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico. Una prova concreta, certo simulata ma al contempo reale: tutto vero, a parte il ferito in barella che per fortuna assumeva la parte dell’infortunato per l’occasione.

Quindi tangibili gli sforzi e le tecniche di recupero, i sacchi con i materiali specialistici, gli uomini al lavoro. Con una peculiarità aggiuntiva – quest’anno – che ha dato un tocco internazionale all’esercitazione: la presenza di una folta rappresentanza di soccorritori speleo dalla vicina Slovenia e pure alcuni dall’Ungheria, assieme ad alcuni toscani e marchigiani.

LA GALLERIA FOTOGRAFICA

E la delegazione del FVG, padrona di casa, ha messo sul tavolo un piatto ambizioso, mai tentato in esercitazione: il recupero della barella dall’abisso alpino “Michele Gortani – Rami degli ungheresi”, da -770mt di profondità, distribuiti su oltre 2km di sviluppo interno. Un viaggio nella roccia, con 2° costanti di temperatura interna. Quattro sono state le squadre che si sono alternate nel recupero, iniziato, dopo le varie preparazioni dei campi base interni ed esterni, alle 20:00 di venerdì 2 ottobre e terminato, con la calata della barella dal paretone del monte Bila Pec, alle 08:00 di domenica 4 Ottobre.

Durante le 36 ore di recupero ininterrotto, la barella è transita in stretti meandri, gallerie e pozzi verticali, tra cui uno profondo 180mt, sempre trasportata ed accudita dalle squadre di nazionalità mista; all’esercitazione hanno preso parte 72 tecnici, e di questi ne sono entrati in grotta 60, i cosiddetti “profondisti”.

Un grande evento insomma, organizzato e tenuto a battesimo dalla delegazione del FVG, che un anno fa era stata chiamata tra le prime a risolvere, positivamente, un’incidente in grotta reale e drammatico avvenuto in Germania, ad oltre 1000 metri di profondità.

Considerata la positiva esperienza, e l’entusiasmo di tutti i tecnici che hanno partecipato all’evento, anche in futuro l’invito della II delegazione FVG verrà esteso alle altre delegazioni nazionali.