In montagna precarie il 50% delle dirigenze scolastiche

“Basta false promesse,
negli ultimi anni ne abbiamo sentite anche troppe, la situazione invece non
cambia, anzi peggiora”. Si leva forte e diretto l’appello della Cisl Scuola e
della Cisl Alto Friuli
rispetto alla questione delle reggenze degli istituti
scolastici in montagna e nella pedemontana che anche in vista del prossimo anno
scolastico 2015/2016 farà registrare ulteriori criticità.

“Non
ci siamo proprio – denunciano Maurilio Venuti, della Cisl Scuola Alto Friuli e
Franco Colautti, segretario generale del sindacato – sulle 19 istituzioni scolastiche presenti nel comprensorio dell’Alto
Friuli, solamente 10 di esse – tra Istituti comprensivi e Isis – avranno il
Dirigente Scolastico di ruolo, negli altri 9 invece si dovrà continuare ad
operare con un preside “reggente”. Sfioriamo dunque il 50% di precarietà, dato
in costante crescita da un quinquennio a questa parte”.

Come
sempre fa notare il sindacato il territorio a nord di Udine è il più
penalizzato ed invece di venirgli incontro come chiediamo vanamente da tempo,
si continua a lasciarlo in balia degli eventi.

“Non
è lo spopolamento la causa principale della crisi delle scuole di montagna –
sottolinea Venuti – ma è proprio la mancanza di stabilità nell’amministrazione
e nella gestione dell’istituto ad indebolire queste istituzioni, soprattutto
nelle valli interne”.

Venuti
ricorda la promessa dello scorso anno,
poi caduta nel dimenticatoio, quando l’allora direttore dell’ufficio scolastico
regionale Daniela Beltrame propose di ovviare
al problema delle reggenze con la nomina a dirigente scolastico dell’attuale
collaboratore vicario (vice preside),
sgravandolo dall’insegnamento: “dopo
quell’annuncio dell’aprile 2014 nulla più si è saputo. Da parte nostra –
concludono i rappresentanti sindacali – 
ci associamo all’appello di questi giorni dell’assessore provinciale
Beppino Govetto e torniamo al contempo a
proporre di prevedere nel contratto regionale della Dirigenza, che ai disagi
dell’operare in montagna si attribuisca una fascia stipendiale variabile più
alta di quella attualmente riconosciuta, 
una modalità per favorire le eventuali scelte da parte dei dirigenti”.