Riforma sanitaria: i numeri confermano lo sbilanciamento territoriale

Che
effetti avrà nel concreto il cambio di confini della futura
Azienda per l’Assistenza Sanitaria “Alto Friuli – Collinare –
Medio Friuli”?
Nei numeri cosa cambia con l’inserimento del
Distretto del Codroipese in sostituzione di quello del Tarcentino? La
Cisl Alto Friuli ha effettuato una prima analisi utilizzando i
parametri di popolazione e superficie (vedi tabelle allegate).

Nel
modello di perimetrazione originario arrivato in discussione in
Consiglio Regionale l’AAS 3 – intesa nella somma dei Distretti di
Carnia, Gemonese Val Canale-Canal del Ferro, Sandanielese e
Tarcentino – avrebbe avuto un’estensione territoriale di 3.045,12
km quadrati, una popolazione di 161.820 abitanti al 31 dicembre 2012
ed una densità di 53,1 abitanti per km/q.

Ora,
con la fuoriuscita del Tarcentino e l’ingresso del Codroipese i
dati si sono così modificati: 3.101,11 km quadrati di
superficie (55,99 km/q in più), 172.218 abitanti (10.398
abitanti in più) ed una densità di 55,5 abitanti per
km/q (2,4 in più); cifre che però hanno aumentato,
in termini di “peso” territoriale, il divario percentuale di
distacco tra la popolazione della fascia montano-pedemontana e quella
della porzione di territorio di collina e pianura
, quantificata
per le terre “alte” in una diminuzione del 2,7% (dal 44,53% sul
totale al 41,84%).

Peggiorato
anche il rapporto abitanti/Kmq che vede la parte alta della Regione
ferma a 30,61 contro il 129,9 della prima ipotesi ed il 134,1 della
seconda per il territorio collinare/pianeggiante. Segnaliamo che il
dato regionale medio si attesta a 155,5 abitanti/kmq.

Ricordiamo
poi che il ddl 59, al comma 2 dell’articolo 49 recita: “La
ripartizione delle risorse agli enti in parte corrente viene
effettuata sulla base di criteri standard per livello essenziale di
assistenza (LEA), tenendo conto della popolazione degli ambiti
territoriali di riferimento, corretta per età, indice di
morbosità, esito assistenziale e indice di dipendenza
socioassistenziale…”
.

Aver
modificato in corsa questi confini – commenta Franco Colautti,
segretario generale della Cisl Alto Friuli – rischia di rompere
degli equilibri territoriali già molto delicati.
Fino ad
oggi l’Alto Friuli era sempre riuscito a trovare una unitarietà
nelle decisioni ma ora ci chiediamo come si riuscirà a trovare
dei punti d’incontro all’interno delle Assemblee dei sindaci –
ben 68 quelli che saranno chiamati a ragionare assieme – visto che
è evidente che le esigenze specifiche dei vari distretti
socio-sanitari saranno per molti aspetti agli antipodi.

Se
non ci saranno dei correttivi in corsa all’interno dei regolamenti
applicativi della norma, ad esempio la possibile introduzione di un
“coefficiente di montanità” legato alle diverse condizioni
territoriali (viabilità, tempi di accesso ai servizi,
dispersione della popolazione, ecc.) – conclude Colautti – appare
evidente che i comuni montani e pedemontani rischiano di perdere
risorse importanti per un territorio già sofferente di suo.

A questo punto non rimane che auspicare in una eccezionale capacità
di mediazione del futuro direttore generale dell’Ass”.

nella foto Franco Colautti