Difficile avvio per il nuovo anno scolastico in montagna
Anno
scolastico nuovo, problemi e criticità vecchie. La situazione è
particolarmente “difficile” nell’Alto Friuli e nelle Valli del Natisone
dove gli Istituti
comprensivi, ad eccezione di quello di Tolmezzo, sono stati affidati a
dirigenti scolastici con la modalità della reggenza. Reggenti che sono
già titolari di scuole superiori “importanti”, che richiedono grande
impegno con un notevole dispendio di tempo.
Ne consegue che in queste condizioni, per loro, non è agevole farsi
carico di tutte le problematicità: ambientali, strutturali e dei servizi
della scuola “titolare” e di quelle “aggiunte”.
Oltre
a ciò, gli insegnanti “vicari”, ai quali vengono affidate le
problematiche gestionali di questi istituti, non hanno ottenuto
dall’Ufficio scolastico
regionale l’esonero, anche parziale, dall’insegnamento. Si può ben
intuire la portata del sovraccarico di lavoro, legato alla conduzione
delle scuole e alle ore di insegnamento.
“Ci
rendiamo conto – precisa l’assessore provinciale all’Istruzione Beppino
Govetto – che stiamo ripetendo cose già dette, perché sia i sindaci che
i genitori,
come pure le altre istituzioni presenti sul territorio, in diverse
occasioni, hanno lanciato l’allarme per la situazione di precarietà che
‘vive’ il sistema scolastico della montagna rispetto agli altri
territori della provincia”.
Il
rischio forte è che queste criticità portino ad una discriminazione tra
i giovani che abitano e frequentano le scuole delle località montane e
quelli
che risiedono nel resto della provincia.
“Da
ricordare – aggiunge Govetto – che nei mesi scorsi, su iniziativa
dell’Amministrazione provinciale, si è tenuto un importante incontro
nell’aula magna
del Solari a Tolmezzo, per esaminare tutte le situazioni di forte
criticità che accomunano le scuole ed i comprensivi dell’Alto Friuli. Vi
hanno partecipato diversi sindaci, consiglieri regionali, l’assessore
regionale all’Istruzione Loredana Panariti, parlamentari,
il sottoscritto assieme al presidente Pietro Fontanini e al delegato
alla Montagna Luigi Gonano”. In particolare, nel corso dei lavori, è
emerso che la mancanza di una continuità nella presenza di dirigenti,
DSGA (dirigenti servizi generali amministrativi)
e docenti, ha causato una mancanza di continuità didattica. In secondo
luogo questa precarietà nella presenza di figure scolastiche importanti
ha provocato un’assenza di interlocutori stabili per le famiglie ed i
ragazzi, con una conseguente difficoltà a raggiungere
il successo formativo. “Ne consegue, secondo Govetto, che è difficile
porre in atto una strategia ed una programmazione educativa efficace,
con l’impossibilità di pianificare le varie attività curriculari ed
extra curriculari”.
“la
Provincia di Udine si sente fortemente coinvolta in queste
problematiche – evidenzia dal canto suo Gonano – anche perché tra le sue
principali competenze
figurano proprio quelle legate al dimensionamento scolastico,
all’attivazione di nuovi indirizzi formativi nelle scuole superiori,
all’edilizia scolastica ed al sostegno allo studio. Inoltre, nelle zone
montane, è presente un aspetto culturale importante legato
alla forte presenza di minoranze linguistiche (friulana, germanofona e
slavofona): una questione identitaria molto sentita e che va coltivata”.
Su
questi temi – riprende Govetto – abbiamo sollecitato più volte, in
questi mesi, l’onorevole Gianna Malisani, membro della VII Commissione
della Camera,
che si occupa di Cultura, Scienza ed Istruzione. Chiediamo, in
particolare, che vengano estese le previsioni, attualmente valide solo
per le Regioni Lombardia e Toscana, già contenute nell’art. 17 del
Decreto legge Carrozza, in base al quale è consentito l’esonero
dall’insegnamento (con contestuale nomina di un docente supplente) ai
Collaboratori vicari, per permettere loro di assumere l’incarico di
dirigente scolastico.