Il futuro della montagna secondo la Cisl Alto Friuli

Il
Segretario della Cisl Alto Friuli, Franco Colautti, prendendo atto
che “è positivo che le amministrazioni comunali della
montagna friulana stiano dimostrando spirito di collaborazione e
condivisione di obiettivi
nel dibattito avviato con
l’intervento del Sindaco di Tolmezzo sul futuro delle “terre
alte” regionali”
, interviene per fare il punto delle
principali proposte che il sindacato cislino avanza rispetto al loro
futuro:


FILIERA BOSCO – LEGNO – CARTA: In condivisione con la
proposta avanzata da Confindustria – Delegazione di Tolmezzo –
riteniamo necessario dare avvio ad un progetto di filiera ed area
vasta che riguardi l’utilizzo della risorsa bosco-legno coniugata
in tutte le sue sfaccettature: agricolo/paessaggistica, artigianale,
industriale, energetica, commerciale, turistica. A ciò occorre
agganciare il gruppo “cartiere” non dimenticando infatti che in
Alto Friuli sono operanti tre stabilimenti cartari d’eccellenza
(Moggio, Tolmezzo e Ovaro) ed un sito produttivo Pigna (Tolmezzo)
occupanti in totale circa 600 addetti (oltre all’indotto) che
dovrebbe essere riconosciuto come filiera produttiva di interesse
regionale.

#IlMioBosco


CONSORZI – DISTRETTI – INNOVAZIONE: Se la Regione ha ormai
deciso che il COSINT di Tolmezzo sarà il punto di riferimento
per le aree artigianali/industriali della montagna nell’ambito
della riforma dei Consorzi e dei Distretti, si allarghi il suo raggio
d’azione a tutto il territorio, definendo una volta per tutte anche
i rapporti con Innova FVG (ex Agemont, per non disperdere le sue
professionalità rimaste oggi inutilizzate e per valorizzare il
centro di ricerca operante ad Amaro per il settore Automotive e la
certificazione IMQ del freddo); con Friulia (suggeriamo l’apertura
di uno sportello d’aiuto a Tolmezzo per le imprese montane) e con
il Parco Agro Alimentare di San Daniele per quanto riguarda lo
sviluppo dell’agroalimentare locale (polo ex Rilcto Tolmezzo). Si
accelleri il processo di installazione dei punti wireless nelle zone
scoperte e si preveda la vendita ai gestori privati della banda larga
regionale nelle valli interne.

#LavorareInMontagnaSiPuo


EDILIZIA: Si predisponga un piano innovativo di recupero
energetico del patrimonio edilizio esistente. Si lancino dei “canoni
simboli” per l’acquisto ed il rilancio di alcuni edifici
particolari, scegliendone magari uno in ogni paese nel quale far
convergere i giovani che vogliono avviare le proprie start up. Si
punti su una filiera di certificazione per le case in legno con un
marchio specifico, poi esportabile anche in altre aree.

#AbitareINostriPaesi


TURISMO:
Un turismo attivo ed innovativo, globale e non
dei singoli poli, che veda la partecipazione diretta alle scelte da
parte delle imprese; la responsabilizzazione degli operatori;
l’integrazione fondamentale con l’agroalimentare e l’artigianato
e lo sfruttamento dei nuovi canali comunicativi sono passaggi
fondamentali per invertire la tendenza, recuperare appeal rispetto ai
concorrenti ed azionare quel circolo virtuoso che sicuramente potrà
portare a nuovi posti di lavoro.

Occorre
far viaggiare parallelamente a questo nuovo corso turistico il
completamento delle dorsali tecnologiche delle vallate montane
raccogliendo la filosofia della Smart Land lanciata dal Presidente di
Eurotech Roberto Siagri, nonché l’adeguata formazione delle
nuove leve investendo nella cultura dell’accoglienza.

Per
quanto riguarda il progetto Pramollo-Nassfeld, pur se iniziativa di
carattere turistico, la sua possibile, benefica, ricaduta per la
necessaria attività edilizia di costruzione/recupero nel
pontebbano rimane ancora un elemento importante per l’intera
vallata, e non solo. Occorre quindi concludere rapidamente l’iter
avviato e, nel contempo, nell’ottica di rete suesposta, rivalutare
le peculiarità degli altri poli sciistici, cercando di
differenziare il più possibile le singole offerte e mettendo a
rete l’intera offerta regionale.

#UnMontagnaMeravigliosa


FISCALITA’:
Come Cisl Alto Friuli abbiamo condiviso la
presentazione da parte della Senatrice De Monte di uno specifico
disegno di legge in materia di fiscalità per le aree montane.
Occorre ora completarne l’iter. La Regione potrebbe anche aprire
uno sportello di Friulia a favore delle imprese del territorio, a
servizio non solo del manifatturiero, ma anche in supporto agli
operatori turistici, i quali potrebbero avere quell’aiuto economico
in più per realizzare ristrutturazioni o nuovi investimenti
del patrimonio ricettivo montano.

#MontFree


ENERGIA:
E’ necessario concretizzare lo sviluppo di un sistema
nuovo di gestione dell’energia, sperimentando la gestione condivisa
delle reti elettriche fra soggetti multinazionali e realtà
locali (vedi Secab e Cooperative Idroelettriche Val Canale e Forni di
Sopra). Occorre poi fare chiarezza sulle concessioni
dell’idroelettrico. Bisogna infine investire sullo sfruttamento
delle coperture delle strutture pubbliche e produttive per il
fotovoltaico.

#LaMiaEnergia


ISTRUZIONE E FORMAZIONE: E’ necessario fare una valutazione
seria del ruolo formativo delle istituzioni scolastiche periferiche,
in particolare delle scuole superiori di Tolmezzo e Tarvisio (ma
anche di Gemona e San Daniele, in ottica di sinergia e rete)
prevedendo una rivalutazione e potenziamento dei profili formativi
con un riassetto del trasporto pubblico locale, per combattere
l’attuale declino di iscrizioni a fronte di un sovraffollamento del
centro ( Udine città).

Si
propone di prevedere l’attribuzione di una fascia stipendiale
variabile più alta di quella attualmente riconosciuta (o bonus
affitto?) per gli insegnanti ed i dirigenti che occorrono a
stabilizzare il sistema di insegnamento ed amministrazione della
scuola in montagna, colpito negli ultimi anni da una periodica
situazione di “reggenza”.

#ScuolaFuturo


SERVIZI AL CITTADINO:
Individuare una convenzione tipo
“Stato-Regione-Comune-Poste-ASS-Confcommercio” capace di dare
sostenibilità al mantenimento dei servizi di base nei centri
minori. Una “casa comune” dove trovare tutto quanto serve per la
burocrazia quotidiana ma anche per la salute e la spesa.

#TrovoTuttoLi


SERVIZI DI PRESIDIO:
Si adotti un piano “politico” per
riequilibrare i siti di Caserme, Stazioni e Commissariati per evitare
continue, seppur legittime, rivendicazioni territoriali di fronte
alle razionalizzazioni dello Stato. Seduti di fronte alla carta
geografica del nostro Alto Friuli occorre decidere con logica,
raziocinio e criterio, servendoci naturalmente del contributo dei
diretti interessati (poliziotti, carabinieri, finanzieri, ecc) quali
sarebbero le dislocazioni migliori per Caserme, Stazioni e
Commissariati al fine di riequilibrare così certe situazioni
che oggi appaiono davvero anacronistiche.

#UnaAMeUnaATe


RIFORMA ENTI LOCALI:
E’ necessario ed urgente creare un sistema
policentrico per favorire la coesione tra le istituzioni e le
comunità locali. Occorre definire quindi gli ambiti
sovracomunali ottimali e fissarne competenze chiare e ruoli
determinati assegnati ad ognuno, al fine di evitare i doppioni e le
sovrapposizioni con cui in questi anni abbiamo avuto a che fare.
Fondamentale è poi il legame che deve intercorrere tra questa
riforma e quella del Sistema Sanitario Regionale per realizzare una
piena sinergia e sintonia tra i due sistemi di governo del
territorio, soprattutto per quanto riguarda il sociale rispetto al
quale tutti e quattro gli Ambiti Socio Assistenziali dell’Alto
Friuli hanno dato prova di saper bene lavorare in squadra
nell’interesse delle comunità di riferimento.

#LaMiaComunità


RIORDINO SANITA’:
Il principio sul quale si deve fondare
il percorso di riordino del sistema è il diritto di ogni
cittadino di avere parità di accesso al sistema di
prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione. Quindi centralità
delle politiche territoriali di salute accanto ad una, vera,
riduzione degli sprechi ed eliminazione dei doppioni, oltre ad una
intensificazione delle attività di prevenzione, in
particolare per quanto riguarda gli stili di vita. Siamo quindi
favorevoli ad un percorso di razionalizzazione delle strutture a
patto che venga confermata l’attuale rete di servizi socio-sanitari
presente sul territorio e che, ad una concentrazione delle
specializzazioni, si affianchi una revisione del trasporto pubblico
locale capace di favorire la mobilità dei cittadini, e quindi
il loro diritto di accesso, magari sfruttando anche i servizi a
chiamata.

#LaSanitaCheServeAMe

nella foto Franco Colautti