TARVISIO: Furto di computer alla scuola elementare

La mattina del 6 novembre gli alunni della scuola elementare di Tarvisio Centrale hanno tentato invano di accendere il computer in dotazione al plesso, per compiere le loro ricerche e scrivere testi.
Chiamato il tecnico, ci si è accorti, incredibilmente, che a quel computer era stata asportata la memoria. Qualcuno, probabilmente la notte prima, si è introdotto nell’edificio senza scassinare alcuna porta, né frantumare alcuna finestra, ha aperto il cervellone elettronico e si è portato via microchips e processori di quella macchina, assieme ad una macchina fotografica.
E’ stato commesso, insomma, un furto in piena regola d’arte, da veri Arsenio Lupin. Nessuno si è accorto di nulla. Alcuna traccia è stata lasciata. Le indagini, condotte dai carabinieri di Tarvisio, sono tuttora in corso, per dare nome e volto a questi ignoti.
I bambini, nel frattempo, non si sono persi d’animo. Hanno preso carta e penna ed hanno scritto al signor Lupin, facendo sentire le loro ragioni, chiedendogli di restituire la memoria del PC. Perché loro, adesso, sono senza computer, senza macchina fotografica e soprattutto si molto dispiaciuti per quanto successo.
“Gentile signor ladro, può restituirci la macchina fotografica e i pezzi del computer che ci ha rubato? A noi ci servono più di quanto servano a lei!” scrive Stefania C. “A noi quei pezzi servivano per lavorare”. rincara Marco, di terza. Gli fa eco Noemi della stessa classe: “L’anno scorso non potevamo usare il computer perché eravamo in seconda, adesso che siamo in terza potevamo usarlo, ma tu ce l’hai tolto. Gentile Signore restituiscici il materiale che ci hai tolto”. “A noi bambini servono per scrivere libri, per inventare storie, per studiare e per crescere. Davvero ti serviva il nostro computer? – aggiunge Ruben – Noi già abbiamo poca attrezzatura a scuola e tu ci hai portato via quel poco che avevamo”.
Andrea e Vincenzo di classe quarta, vanno sul pesante: “Brutto Barbone, tutti ti odiano!”, Laura di terza dichiara : “Noi senza il computer, non possiamo scrivere la storia dei Krampus e non possiamo fare tutti quei lavori che avevamo in programma”.
“Caro Signore, ci potresti ritornare i pezzi del computer e tutto quello che hai rubato? – chiede Stefania O. – Ci servono, sono molto importanti per noi. Se non ci ritorni i pezzi non potremmo più scrivere, studiare, lavorare”. “Restituiscici tutto ciò che hai rubato, ne abbiamo bisogno!” chiedono Alessio, Francesco e Luca M.. “Ti sei intrufolato nella nostra scuola ed hai rubato quei pezzi che lo facevano funzionare e ciò ci ha molto rattristato. Volevamo scrivere un bel libro e come facciamo a farlo, adesso? Restituiscici ciò che ci hai rubato!” insistono Luca F. e Linda. “Per favore riportaci i pezzi. Ti abbiamo già denunciato. Ti vorrei chiedere, perché hai rubato quei pezzi? Te lo richiedo, per favore, riportaci quei pezzi, a noi servono” conclude Marco.
I 45 ragazzi che frequentano la scuola sono al momento senza computer. Chiedono un atto di comprensione, rivolgendosi al cuore di questo signore che li ha privati di un mezzo didatticamente molto utile, per i loro apprendimenti. Dovranno ora aspettare chissà quanto tempo, prima di poter utilizzare un nuovo elaboratore. Ciò che il ladro ha fatto è stato grave, oltre che altamente diseducativo.
I testi delle loro letterine, raccolti dall’insegnante Mariella Carpino, vogliono giungere direttamente all’autore del furto. E’ l’unico modo per fargli capire di pensarci sopra almeno due volte, prima di compiere certe azioni.
La speranza è quella di convincerlo a tornare sui suoi passi e riportare ai legittimi proprietari quanto è stato sottratto, così i ragazzi potranno continuare con tutte le attività che avevano programmato per l’anno scolastico in corso. (servizio di OSCAR PUNTEL)