GEMONA/TOLMEZZO: Teatro con Paolo Ferrari e Isa Barzizza

Appuntamento con il teatro domani al cinema teatro sociale di Gemona e mercoledì all’Auditorium Candoni di Tolmezzo. Di scena “Classe di ferro” di Aldo Nicolaj, regia di
Francesco Macedonio, con
Paolo Ferrari,
Piero Mazzarella e
Isa Barzizza. “Classe di ferro” debuttò con grande successo il 18 ottobre 1974 al Teatro Pestszinahi di Budapest. Da quel momento la commedia ha conosciuto una considerevole fortuna sui palcoscenici di tutto il mondo, venendo tradotta in numerose lingue ed essendo interpretata da alcuni tra i migliori attori europei.
La vicenda, collocata ai nostri giorni, si ambienta in un giardino pubblico di una grande città. Protagonisti sono tre anziani – Libero Bocca, Luigi Lapaglia e Ambra – che casualmente hanno occasione di conoscersi durante le loro quotidiane passeggiate.
I tre caratteri differenti – irruento e bisbetico quello di Bocca, docile e remissivo quello di Lapaglia, serafico e trasognato quello di Ambra – consentono all’autore di tratteggiare un indimenticabile quadro del mondo degli anziani. Un mondo apparentemente semplice e spensierato, ma che al suo interno cela malinconie, passioni violente, timori e insicurezze. Alla prima descrizione trionfalistica dei propri cari si sostituisce un po’ alla volta la confessione amara di essere divenuti ormai un peso per figli e nipoti, il timore di appartenere a un mondo ormai scomparso, la paura infine di venire abbandonati in un ospizio.
E così Bocca e Lapaglia progettano una fuga in piena regola, una sorta di evasione dalla grande città che li dovrà portare in un piccolo paese di provincia, sorta di terra promessa, luogo di una ritrovata felicità. Ma il finale che giunge rapido e imprevisto con la morte di Bocca, riporta personaggi e spettatori alla crudele realtà di una società dove i sogni sembrano non avere cittadinanza e la vita di ogni giorno porta a ignorare l’attenzione e il rispetto per il nostro prossimo.
Classe di ferro è una splendida parabola sul mondo dell’anziano, una commedia che, attraverso i quattro quadri che ne scandiscono i ritmi, porta alla luce tutta una serie di riflessioni sul destino spesso crudele dell’anziano nella nostra società. Un testo che alterna una sorta di lievità e di ingenuità ad alcuni momenti di profonda commozione, sempre attraverso un linguaggio sapientemente dosato nella sua semplicità e quotidianità