PALUZZA: Prosegue a Timau la tradizione dello Schultar

Sono ben poche le famiglie timavesi che mancano alla prima messa il giorno di Pasqua. In quell’occasione il parroco benedice il schultar ed altre pietanze. Ricordiamo che è la prima carne che veniva mangiata dopo la lunga Quaresima.
La parola shultar corrisponde semplicemente all’italiano spalla. Si tratta di un prosciutto di spalla del maiale.
Questa pietanza rappresenta senza dubbio, in assoluto, la gastronomia timavese: per la sua bontà, per la particolare preparazione, per la tradizionale cerimonia che precede il suo consumo a tavola.
Quando veniva macellato il maiale, la spalla (schultar) richiedeva un mese di lavorazione con particolare impegno e sapienza. La spalla viene curata, pepata, salata, lasciata sgocciolare quindi affumicata per 20/25 giorni – due tre ore al dì al mattino e la sera.
Il schultar viene quindi conservato in un luogo ben aerato fino alla vigilia di Pasqua.
Finalmente dopo la messa piccola (come la chiamano a Timau) si può mangiare il schultar accompagnato dalla pinca (focaccia) in un confondersi e sovrapporsi di sapori che vanno dal dolce all’affumicato. Schultar e pinca si accompagnano con caffè latte o vermouth o vino bianco dolce.
Da ricordare che anni addietro la benedizione del schultar e della focaccia avveniva nel corso di una funzione apposita che si celebrava all’alba.
Attualmente, dopo la scomparsa di Don Attilio, la benedizione del cibo viene fatta la sera del sabato Santo. Bisognerà abituarsi a questa nuova “regola”. (da www.taicinvriaul.org)