MONTAGNA- Focus Provincia su crisi mondo del lavoro

Il vero problema per le realtà produttive locali è che il sistema-Regione e il sistema-Italia cominciano a non essere più competitivi. E soprattutto con l’apertura dei nuovi mercati, il disegno politico deve essere modificato. A partire dalla Regione, che dovrebbe prendere maggiormente in considerazione le istanze della Provincia e delle categorie economiche del territorio, analizzando con attenzione i dati forniti da chi, appunto, è più vicino alle realtà locali. Irene Revelant, assessore alle attività economiche, rivendica più attenzione da Trieste sulla situazione produttiva locale e lo fa dall’odierna riunione del Focus group, il tavolo di lavoro progettato dalla Provincia che coordina rappresentanti delle categorie economiche e sindacali, per cui oggi erano presenti Assindustria, Uapi, Cna, Cciaa, Coldiretti, Ebiart Fvg, Ires, Friulia, Associazione delle cooperative italiane, Cgil, Cisl e Uil. All’ordine del giorno dell’incontro, cui è intervenuto anche l’assessore al lavoro Fabrizio Cigolot, l’analisi della situazione produttiva provinciale con particolare riguardo alla crisi in Alto Friuli, in seguito alle allarmanti notizie su Seima, Ermolli, De Longhi e, da ultimo, Complast.
«La Provincia non ha competenze per intervenire materialmente – ha proseguito la Revelant –, ma questo Focus group, costituito da diverse realtà e punti di vista, può essere il punto di partenza per aprire un positivo confronto. Come già in passato, i risultati del nostro lavoro, come anche le nuove opportunità previste dal Piano della Provincia per la montagna, saranno trasmessi in Regione. Ma non si può fare allarmismo su quello che accade oggi. Bisogna piuttosto cambiare radicalmente mentalità per le strategie da adottare nei prossimi anni. Perché la cosa preoccupante è che il nostro sistema-Regione, e lo stesso sistema-Italia, cominciano a non essere più competitivi. E, soprattutto con l’apertura dei nuovi mercati, il disegno politico deve necessariamente essere modificato. Materie prime sempre più scarse, costo del lavoro alle stelle, tassazione altissima, strutture carenti: se non si cambia questo quadro siamo all’inizio di un declino certo». E da Cigolot è giunta la proposta di fornire al Focus i dati rilevati nell’ambito del suo assessorato dall’Osservatorio provinciale del lavoro, l’organismo che opera in supporto alla commissione del lavoro e che, ha il compito di raccogliere le informazioni e dare le indicazioni alla Regione riguardo alla realtà lavorativa locale.
Sulla congiuntura produttiva, comunque, in generale, gli imprenditori vedono qualche segnale di cauta fiducia, almeno stando ai dati di Api e Assindustria nel primo periodo del 2004. Per Paolo Perini di Api, la crisi in montagna è «una situazione annunciata», frutto di un’errata strategia che in passato ha “importato” industrie poco o per nulla legate al territorio. E ha invitato a riflettere sull’opportunità, invece, di valorizzare le vere risorse locali. Giovanni Forcione di Cna ha sottolineato la necessità di fare sistema tra gli enti preposti, per evitare una crisi strutturale e far corrispondere una più attenta azione politica.