COMEGLIANS- Sabato serata dedicata all’alpinismo

In solitudine tra le montagne, percorso alpinistico di Goretta Traverso e Renato Casarotto.

Sabato 4 Dicembre alle ore 20.45, presso la Sala Polifunzionale l’Alpina di Comeglians, Goretta Traverso, prima donna italiana ad avere salito un “ottomila”, proietterà e commenterà le immagini di undici anni trascorsi tra le montagne più belle della Terra con il marito, Renato Casarotto, uno dei nomi più accreditati dell’alpinismo internazionale. Per 10 anni, a partire dal 1976, Goretta Traverso ha partecipato a numerose spedizioni nelle maggiori catene montuose della Terra. Prima sulle Ande – Argentina e Perù – poi in Karakorum, in Himalaya, in Alaska, in Canada, sulle montagne Rocciose degli States e naturalmente sulle Alpi.

Nel 1985, Goretta si è sentita matura per tentare la scalata del Gasherbrum II nella catena pakistana del Karakorum, ed è stata la prima alpinista italiana a toccare la vetta di una montagna di 8000 metri.

Goretta Traverso ha seguito Renato Casarotto in tutte le sue leggendarie imprese. Assieme hanno condiviso gioie e dolori, successi e insuccessi fino a quel tragico giorno del 16 luglio 1986 al K2, dove per una strana fatalità Renato cadde in un crepaccio vicino al campo base al ritorno dal suo ultimo tentativo sulla ancor vergine “Magic Line” e muore. I soccorritori erano riusciti a raggiungerlo e lui era ancora in vita, ma poi Casarotto aveva ceduto e i suoi compagni lo avevano lasciato sul K2 in una tomba di ghiaccio. Nel Luglio 2003, dopo diciassette anni, il corpo del fortissimo alpinista vicentino, è stato rinvenuto da un gruppo di scalatori kazakhi, che hanno provveduto a trasportarlo al Memorial Gilkey, il grande tumulo di pietre che raccoglie le spoglie dei caduti del K2.

Renato Casarotto, di Arcugnano, si era innamorato dell’alpinismo durante il servizio militare nel Cadore, quando nel 1968 aveva frequentato un corso di “roccia”. Da lì in poi la sua vita è stata una continua scalata guardata con rispetto da tutti gli alpinisti professionisti. Dalla cima della Busazza nelle Dolimiti, alle lunghe risalite sul Monte Bianco in solitaria e d’inverno; poi il McKinley, negli Stati Uniti, il Fitz-Roy in Patagonia; l’Huascaran in Perù; il Broad Peaz, sempre da solo, dove per evitare il congelamento passò la notte in piedi a quota ottomila metri.