LAUCO- Riunione del consiglio direttivo della Coldiretti Udine

“I problemi dell’agricoltura, e di quella di
montagna in particolare, sono ben noti a tutti e su di essi vi è
condivisione. Ciò che serve è una sintesi che indichi una
prospettiva chiara, unitaria e concertata per avere soluzioni e
risposte valide”.

Questo l’invito rivolto dall’assessore regionale alle Risorse
Agricole e Montagna, Ezio Marsilio, al Consiglio Direttivo
allargato della Coldiretti di Udine, riunito domenica per il
“Consiglio della Montagna” a Lauco, nel cui Municipio si sono
svolti i lavori, aperti dal saluto del sindaco Olivo Dionisio.

Sono stati la presidente provinciale della Coldiretti, Rosanna
Clocchiatti, e gli altri dirigenti dell’associazione di categoria
a indicare i problemi aperti. In sostanza si tratta di far
crescere negli imprenditori, specie i più giovani, la voglia di
intraprendere rimuovendo tutto ciò che ostacola lo sviluppo del
settore primario. Per quanto riguarda la montagna – dove le
difficoltà  sono oggettivamente maggiori che altrove – si tratta
di favorire uno sviluppo eco-sostenibile e eco-compatibile.

Ciò che ostacola questo sviluppo si chiama – è stato detto –
frammentazione fondiaria, mancanza di servizi e di
infrastrutture, politiche adatte, crisi della zootecnia e dei
caseifici, non ultimi i danni alle colture e ai prativi provocati
dalla selvaggina. Da qui l’invito alla parte politica, ma anche
alle associazioni di categoria, alle cooperative e a tutti i
soggetti in qualche misura interessati, a “concertare” le
soluzioni migliori.

Un invito colto dall’assessore Marsilio secondo il quale “a
fronte di un ulteriore calo delle aziende montane esiste un
crescente interesse dei giovani a operare nel settore agricolo:
va quindi scongiurato quel calo, ma, in secondo luogo, vanno date
risposte in tempi brevi. Va perciò individuato un obiettivo e su
quello tutti devono operare con spirito unitario. In prima fila
devono essere le amministrazioni pubbliche, quelle locali
soprattutto, perché la chiusura di un’azienda agricola significa
abbandono del territorio con tutte le conseguenze che ciò
comporta”.

Sui problemi sollevati, Marsilio ha affermato che dalla legge
regionale sul riordino fondiario possono venire risposte
importanti, ma che va fatta conoscere e questo deve essere un
impegno delle associazioni di categoria. Per la montagna poi sarà 
importante il Piano di Sviluppo Rurale con tutte le sue
possibilità  operative.

Altri punti fondamentali sono la formazione e l’assistenza
tecnica, “sulle quali tutti, Regione in testa, devono impegnarsi
di più. Ma qui c’è anche un problema di mentalità  da cambiare e
per questo è auspicabile l’ingresso di giovani laureati in
agricoltura, magari collaborando con l’Università “. Legati alla
formazione sono anche i temi dei caseifici e del miglioramento
della qualità  dei prodotti tipici. Per la cui commercializzazione
l’assessore auspica un progetto complessivo perché nei centri più
grossi le singole aziende abbiano una piazza dove in modo fisso
possano vendere direttamente i loro prodotti.

Infine i danni da selvaggina. Secondo Marsilio i limiti posti
dalla legislazione nazionale potrebbero essere superati con
accordi di area con le riserve di caccia per il prelievo della
fauna all’interno delle stesse aree, dove porre del cibo per gli
animali e scongiurare così, o quanto meno limitare, che gli
stessi distruggano i raccolti. Un esempio in tal senso è in atto
nel Pordenonese.