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Da Tolmezzo il grido di tutta la Carnia: “Basta servitù militari”

Circa 200 persone hanno preso parte stamani al presidio promosso lungo la strada comunale Betania-Illegio, a Tolmezzo, per dire No all’utilizzo del poligono di tiro dei Rivoli Bianchi quale sito per la neutralizzazione di ordigni e residuati bellici, e al contempo per dire No al permanere delle servitù militari in Carnia. Accanto al sindaco del Capoluogo carnico Francesco Brollo erano presenti diversi sindaci del territorio (Amaro, Ampezzo, Cavazzo, Cercivento, Socchieve, Villa Santina e Verzegnis), amministratori locali, rappresentanti di associazioni ambientaliste, Cai, partiti e movimenti politici, semplici cittadini. I manifestanti scesi in strada dopo aver intonato cori e slogan contro le azioni di brillamento, hanno formato un corteo per ritardare l’accesso dei mezzi militari al poligono. A controllare lo svolgimento pacifico della manifestazione Digos, Carabinieri e Polizia.


“A prescindere dalla portata e dalla qualità degli ordigni che saranno inertizzati – ha dichiarato il sindaco Brollo – riteniamo in ogni caso non più tollerabile per il nostro territorio e per l’intera Carnia una servitù militare di questo tipo, specialmente adesso che è stata chiusa l’ultima caserma attiva, la Cantore di Tolmezzo, con il trasferimento degli Alpini a valle. Non vogliamo diventare una discarica di ordigni, da qui la formula: “No Alpini? No bombe!” che abbiamo coniato per sintetizzare la questione”.

“Sappiamo che in uno Stato ognuno deve fare la propria parte e che se tutti adottassero l’atteggiamento N.I.M.B.Y (Not in my back yard: non nel mio cortile) finiremmo nella paralisi, ma crediamo al contempo che la nostra montagna abbia già dato in termini di territorio e uomini per ciò che riguarda l’aspetto militare e che a fronte di un disimpegno dello Stato, con la chiusura del Tribunale, della Procura della Repubblica di Tolmezzo e delle Caserme, non sia socialmente accettato e accettabile dalle nostre comunità il peso delle servitù militari con tutto ciò che comporta, non da ultimo ad esempio a Tolmezzo, con la prossima chiusura dei più popolari sentieri che portano al Monte Amariana in occasione delle esercitazioni che si terranno in più giorni (26 in tutto) a maggio e a giugno”.
“Ricordiamo inoltre – ha aggiunto il primo cittadino – che il conoide di deiezione del Monte Amariana rappresenta un Geosito di importanza internazionale che l’amministrazione di Tolmezzo intende valorizzare con percorsi naturalistici nell’ambito del recupero e del potenziamento dei sentieri della conca tolmezzina, iniziativa legata al riconoscimento di Tolmezzo Città Alpina dell’anno 2017. Proprio questo ruolo di capofila delle politiche per la montagna ci porta a impegnarci per chiedere la revisione delle servitù militari sull’intero territorio della Carnia”.

LE VOCI 

FRANCESCO BROLLO (sindaco di Tolmezzo)


ALESSANDRO BENZONI (presidente sezione CAI di Tolmezzo)

Un pensiero su “Da Tolmezzo il grido di tutta la Carnia: “Basta servitù militari”

  • paolo iussa

    Non più di 120. Come sempre non si va mai allo scontro, tutti i Sindaci dovevano sedersi a terra e farsi identificare e rifiutarsi di muoversi dalla strada comunale. Il sottoscritto si era portato un cuscino ma non è servito dare esempio.

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