Quasi ventimila firme (19.821) a sostegno della petizione “La Carnia e l’Alto Friuli per la Chirurgia Senologica a Tolmezzo”, promossa congiuntamente dal Comitato ANDOS (Associazione Nazionale Donne Operate al Seno) di Tolmezzo e dall’Associazione Oncologica Alto Friuli e consegnato oggi a Mauro Bordin, presidente del Consiglio Regionale. Un risultato frutto di un impegno collettivo che ha coinvolto ampiamente la popolazione dell’Alto Friuli.

“Come associazioni, siamo grate alle centinaia di persone che si sono spontaneamente impegnate per aiutarci ad informare la cittadinanza, esponendo le ragioni della petizione – commenta Sonia Piller Roner, presidente del Comitato ANDOS di Tolmezzo -. Un ringraziamento sentito va anche agli oltre cinquanta esercizi commerciali e alle decine di eventi e di manifestazioni che ci hanno ospitato, durante l’estate e l’autunno 2025, permettendo una così vasta adesione alla proposta indirizzata alla Presidenza del Consiglio Regionale”.
“La petizione – aggiunge Silvia Cotula, presidente dell’Associazione Oncologica Alto Friuli – porta all’attenzione dei rappresentanti politici regionali un quesito sorto dall’approfondimento delle motivazioni che hanno portato all’accentramento degli interventi di chirurgia senologica all’ospedale di San Daniele. Fino ad un anno fa, infatti, l’intervento veniva eseguito dagli stessi chirurghi in entrambe le sedi del Presidio sanitario unico San Daniele – Tolmezzo; attualmente, invece, l’intervento viene eseguito solo a San Daniele. Abbiamo compreso che, alla base della decisione di ASUFC di accorpare in una sola delle due sedi gli interventi di chirurgia al seno, vi è la modalità di conteggio dell’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali (Agenas) che, nel verificare si raggiunga il numero annuo di operazioni richieste a garanzia della sicurezza dei pazienti, non permette di sommare gli interventi eseguiti nei due stabilimenti ospedalieri, sebbene ad operare siano gli stessi chirurghi. Ed è proprio questo il nodo amministrativo che ci preoccupa – prosegue Cotula -, perché ciò che è accaduto alla Chirurgia Senologica dell’Ospedale di Tolmezzo, potrebbe verificarsi anche per altri motivi di ricovero che richiedano il conteggio delle prestazioni secondo il criterio Agenas. Chiediamo alla politica regionale di dialogare a livello nazionale per trovare una soluzione a questo nodo amministrativo che nel tempo rischia di penalizzare gli ospedali di territorio, cosiddetti Spoke, costringendo verosimilmente ad altre chiusure e accorpamenti, a discapito dell’accessibilità alle cure in particolare per le persone che vivono in montagna e nelle aree interne”.
Sonia Piller Roner sottolinea che “la petizione ci ha permesso di rassicurare le donne operate a Tolmezzo fino al 2024 che le prestazioni ricevute erano in linea con gli standard aziendali ASUFC e di informare chi sta affrontando ora il percorso di cura per il cancro al seno rispetto al fatto che gli stessi chirurghi, insieme alle altra figure professionali dell’equipe multidisciplinare, continuano a garantire la presa in carico pre- e post- intervento presso l’Ospedale di Tolmezzo, mentre l’atto chirurgico avviene attualmente all’ospedale di San Daniele del Friuli”.
Le conclusioni sono affidate ancora a Silvia Cotula: “Auspichiamo che la voce della cittadinanza, che si è espressa attraverso la petizione, trovi riscontro, permettendo alle equipe mediche che lavorano su più sedi dell’Azienda Sanitaria di poter mantenere e/o riprendere questa modalità operativa. Ricordiamo nello specifico che non ci sono trasporti pubblici che colleghino in modo diretto la Carnia e la Val Canale – Canal del Ferro a San Daniele del Friuli. Pertanto a garantire il servizio in caso di necessità sono le associazioni di volontariato”.
“Il tema dell’organizzazione sanitaria e del suo impatto sui territori è centrale – ha sottolineato Mauro Bordin -. Sappiamo che trovare il giusto equilibrio non è semplice, soprattutto in una realtà complessa come il Friuli. La petizione sarà portata all’attenzione della Terza Commissione consiliare, dove sarà valutata con la massima serietà. Mi auguro – ha concluso il presidente dell’Assemblea legislativa regionale – che i processi di riforma possano risultare il meno impattanti possibile per i territori, salvaguardando sempre la sicurezza del paziente, e che le aziende sanitarie, insieme ai loro vertici, continuino a mantenere alta l’attenzione sulle esigenze delle comunità locali”.
Alla consegna della petizione erano presenti tanti consiglieri regionali di maggioranza e minoranza: Manuela Celotti, Massimo Mentil e Laura Fasiolo del Pd, Stefano Mazzolini di Fedriga presidente, Manuele Ferrari della Lega, Simona Liguori del Patto per l’Autonomia-Civica Fvg, Serena Pellegrino, Rosaria Capozzi e Furio Honsell del Gruppo misto.