Un progetto di etnografia visuale contemporanea in Val Resia
Nasce e si concretizza a Resia Gla Rok / La voce delle mani, ideato e curato dall’Istituto Zones Contenuti Culturali, un progetto di etnografia visuale contemporanea che investiga, testimonia e “mette in sicurezza” il lessico dell’artigianato, i nomi degli strumenti e degli attrezzi, le declinazioni di gesti antichi.
Con questa azione di antropologia del fare, realizzata grazie alla collaborazione con il videomaker Mattia Comuzzi coadiuvato dal collega Enrico Micelli, IZCC ha ascoltato le voci e i racconti di diversi abili protagonisti del saper fare, tutti provenienti dalla Val Resia. Questo intervento è stato reso possibile grazie al sostegno della Regione, che ha concesso all’istituto IZCC un finanziamento.
“Negli anni, con il generalizzato allontanamento delle persone dalle pratiche dei mestieri di un tempo e con il lento abbandono dell’artigianato in favore di attività più redditizie, spesso si è persa anche la manualità e tutto il patrimonio del sapere fare – spiegano dell’istituto -. Oltre al saper fare, esisteva e (r)esiste un ricco saper dire. Si trattava del saper nominare gli oggetti, le materie prime, gli attrezzi – in resiano – dettagliando parti, particolarità e assemblaggi, definendo azioni, tempi e modi del lavoro, ricordandone le fasi fino al raggiungimento dell’obiettivo. Dando un nome, infine, al risultato. Tutto un patrimonio immateriale dell’oralità oramai in disuso, a rischio di scomparire. Un rischio molto concreto in un contesto, come quello della Val Resia, in cui restano pochi parlanti attivi di una lingua o di un dialetto. Riannodare il filo del sapere con la voce del saper fare, questo era l’obiettivo che ci siamo posto e che ha trovato nei prodotti visivi realizzati piena soddisfazione”.
Al progetto hanno collaborato la fotografa Sonia Ridolfo e la designer Laura Bortoloni di Ida Studio, che si è occupata di realizzare alcune cartoline illustrate che hanno per soggetto proprio i gesti ripresi nei documentari. Questo progetto, quindi, non è stato solo una registrazione passiva di quanto ancora si può apprezzare in Val Resia, ma anche un’opportunità di creare prodotti culturali nuovi partendo proprio dalla ricerca visuale.
IZCC nasce a Resia nel 2020, ma si costituisce come collettivo di pensiero e azione informale già ad inizio 2000. Si occupa di valorizzazione del patrimonio culturale immateriale e della promozione della diversità come valore. IZCC costituisce il punto di ri-partenza nel lungo progetto di ricerca etnografica, raccolta, mappatura di tracce sonore, testimonianze e materiale iconografico operato al fine di valorizzare, salvaguardare e condividere il vastissimo patrimonio dell’immateriale della regione.
