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Trekking a Cavallo verso le origini: un viaggio epico lungo le antiche vie della transumanza

Un itinerario a cavallo che è molto più di una semplice escursione: è un ritorno alle radici, un’immersione profonda nella storia e nelle tradizioni delle valli carniche. Ha preso il via sabato 5 luglio il trekking “Ippovie della Carnia – Verso le Origini”, un’esperienza che unisce natura, cultura e memoria, ripercorrendo le antiche vie della transumanza e delle micro migrazioni che un tempo segnavano il ritmo di vita degli esperti allevatori e casari delle montagne friulane.

Il viaggio è cominciato dall’Agriturismo Randis a Piano d’Arta Terme, punto di partenza di un percorso che si è snodato attraverso scenari mozzafiato e borghi carichi di storia. Tappe significative saranno Zuglio, Caneva di Tolmezzo, Villa Santina, Enemonzo e Preone, dove i partecipanti inizieranno la risalita lungo il suggestivo Sentiero Paleontologico della Valle di Preone, un tratto ricco di fascino geologico e naturalistico.

Da lì, il gruppo ha costeggiato le acque cristalline dell’Arzino, immergendosi tra forre, boschi e le celebri cascate, fino a raggiungere San Francesco e il Castello di Pielungo, per poi approdare all’antico borgo di Fruinz, nel comune di Vito d’Asio. A promuovere l’iniziativa Massimo Peresson, gestore dell’Agriturismo Randis. Una meta simbolica, scelta per rappresentare il “ritorno alle origini”, alle atmosfere di un tempo in cui l’uomo viveva in profondo equilibrio con il territorio.

La giornata di domenica 6 luglio è stata dedicata al rientro. Il percorso del ritorno si è sviluppato a fondo valle, seguendo il Tagliamento e infine la Valle del Bût, ripercorrendo idealmente il “tracciato dei pastori”, quello che per secoli ha unito le comunità montane e favorito gli scambi tra malghe, villaggi e vallate.

L’iniziativa intende valorizzare non solo la bellezza naturalistica della Carnia, ma anche il suo straordinario patrimonio etnografico e storico, celebrando le competenze antiche degli allevatori di asini, protagonisti dimenticati della cultura alpina, ma anche maestri nella caseificazione e custodi di un sapere oggi riscoperto e rilanciato.

Un trekking che unisce il passo lento degli animali al tempo lento della memoria, per riscoprire paesaggi, emozioni e racconti che parlano ancora all’anima di chi attraversa queste montagne.