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Snaidero, operai in presidio e sciopero: protesta contro i 28 esuberi annunciati

E’ in corso un presidio di operai della Snaidero dalle 7 di oggi per protestare contro i 28 esuberi annunciati nei giorni scorsi e per i quali i sindacati hanno proclamato quattro giorni di sciopero. Quello di oggi, concomitante con il presidio, è il primo dei quattro.

I manifestanti – numerose decine di dipendenti – stanno protestando davanti alla sede dell’ azienda e sventolano bandiere delle varie sigle sindacali. Venerdì l’assemblea dei lavoratori della Snaidero, convocata da Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil, ha deciso 4 giornate di sciopero tra oggi e il 31 (tutti i giorni di attività in calendario).

Il 19 dicembre scorso è stata diffusa la notizia che a febbraio 2026 il reparto di verniciatura di Majano chiuderà per essere esternalizzato, con il conseguente esubero di 28 lavoratori. L’azienda lo aveva comunicato ai sindacati due giorni prima. Sempre ieri ha espresso “la propria disponibilità a proseguire un confronto costruttivo e responsabile con le organizzazioni sindacali, nella consapevolezza che solo attraverso un dialogo basato su dati oggettivi e una visione industriale condivisa sia possibile tutelare il futuro dell’impresa e dei suoi lavoratori”.

 

IL SINDACATO

“La chiusura del reparto di verniciatura dello stabilimento Snaidero di Majano, in provincia di Udine, è sbagliata e comporta gravi ripercussioni sui livelli occupazionali e sulla competitività dell’azienda. Chiediamo rispetto per tutte le lavoratrici e i lavoratori del gruppo Snaidero, ai quali la notizia della chiusura del reparto è stata comunicata durante un percorso di ammortizzatori sociali, condiviso in fase di apertura e concluso senza alcun confronto. Una scelta inaccettabile”. Lo dichiarano Fabio Del Carro, della Filca-Cisl nazionale, e Paolo Fregonese, segretario generale della Filca-Cisl Friuli Venezia Giulia.
“I lavoratori – spiegano – assistono da anni a scelte aziendali discutibili sulle quali non sono coinvolti anche quando riguardano aspetti di organizzazione e produzione, salvo poi ricevere comunicazioni di chiusura. Altro che partecipazione! Scelte che solo negli ultimi 7 anni hanno causato la perdita di un centinaio di posti di lavoro. Da un’azienda che vanta eccellenza ci aspettiamo scelte prima di tutto di metodo che coinvolgano i lavoratori e le loro rappresentanze, che da anni hanno mantenuto la coesione sociale e il prestigio dell’azienda. Il rispetto per i lavoratori passa da comportamenti concreti, sia di natura industriale sia di natura sindacale e quelli messi in campo dall’azienda non rispecchiano i rapporti necessari per un effettivo rilancio e una strategia che mantenga l’occupazione, investa sulla qualità e sulla riqualificazione delle risorse umane che hanno contribuito a rendere grande il marchio in Italia. Siamo vicini ai lavoratori, oggi in presidio davanti all’azienda, alle loro famiglie e a tutta la comunità aziendale. Stiamo valutando ogni possibile azione per porre un rimedio a questa situazione grave e inaccettabile”, concludono Del Carro e Fregonese.
LA POSIZIONE DELL’AZIENDA
Snaidero ha diffuso un lungo comunicato per “dare un quadro più chiaro e puntuale dei fatti”. L’azienda sottolinea come la crisi abbia origini ben precedenti all’attuale assetto societario, riconducibili a un prolungato periodo di mancanza di investimenti strutturali. Dall’ingresso di DeA Capital Alternative Funds prima, e successivamente di Invitalia e Friulia, sarebbero stati immessi complessivamente oltre 40 milioni di euro per sostenere il rilancio industriale e occupazionale del gruppo. La compagine societaria – composta da Invitalia, Friulia e Amco al 49 per cento, DeA Capital tramite il fondo Idea Ccr al 48 per cento e dalla famiglia Snaidero al 2 per cento – ha annunciato, in parallelo alla riorganizzazione, un ulteriore aumento di capitale da circa 6 milioni di euro. DeA Capital ha già deliberato la propria quota di intervento, mentre per gli altri soci sono in corso le procedure necessarie al completamento delle delibere.

IL MESSAGGIO DELLA REGIONE

La Regione convocherà per venerdì 9 gennaio un tavolo congiunto con la direzione aziendale di Snaidero Rino spa e le organizzazioni sindacali per affrontare la crisi che interessa lo storico gruppo manifatturiero e le ricadute occupazionali annunciate.

Lo hanno reso noto oggi l’assessore regionale al Lavoro Alessia Rosolen e l’assessore regionale alle Attività produttive Sergio Emidio Bini a seguito della richiesta avanzata dalle rappresentanze dei lavoratori dopo l’incontro del 17 dicembre con la direzione aziendale.

Al centro del confronto, la decisione comunicata dall’azienda di procedere alla chiusura del reparto verniciatura, con l’esternalizzazione delle lavorazioni e la conseguente dichiarazione di 27 esuberi, scelta che – secondo i sindacati – non rientrerebbe nel piano di ristrutturazione in essere e che interviene mentre l’impresa sta usufruendo di un contratto di solidarietà.

“L’Amministrazione regionale – hanno affermato Rosolen e Bini – ritiene indispensabile un confronto trasparente e responsabile tra tutte le parti coinvolte. L’obiettivo è fare piena chiarezza sulle scelte annunciate e verificare ogni possibile percorso utile alla tutela dei lavoratori e dell’occupazione”.

 

LA SOLIDARIETA’

“Esprimiamo pieno appoggio ai lavoratori e ai sindacati Snaidero che si oppongono alla dismissione e probabile esternalizzazione del reparto di verniciatura, con la conseguente grave incertezza per i lavoratori. È evidente che nelle logiche strettamente finanziarie dei fondi di
investimento che ormai controllano l’azienda è molto più difficile fare appello a quella responsabilità sociale che a nostro avviso non può
prescindere in chi fa imprenditoria. Auspichiamo che la Regione possa intervenire. Faremo un’interrogazione ponendo il tema di come legare la possibilità di accedere a strumenti finanziari regionali solo con precisi impegni di responsabilità sociale, per scongiurare che possano
emergere situazione come questa.” Così si è espresso Furio Honsell, Consigliere regionale di Open Sinistra FVG.

 «Esprimiamo la massima solidarietà ai lavoratori e alle lavoratrici della Snaidero oggi in sciopero. Condividiamo le loro preoccupazioni e auspichiamo che le loro rivendicazioni trovino ascolto da parte dell’azienda e soprattutto dei soggetti pubblici presenti nella società». Questa la presa di posizione del consigliere regionale e segretario del Patto per l’Autonomia Massimo Moretuzzo rispetto alla mobilitazione sindacale in corso oggi presso la Snaidero di Maiano. «La presenza di soggetti pubblici nel capitale dell’azienda – prosegue Moretuzzo – deve essere garanzia di grande attenzione per i diritti di chi lavora e per la definizione di un progetto di sviluppo chiaro, che deve puntare alla competitività grazie all’innovazione e agli investimenti, non attraverso la riduzione del personale». «Desta preoccupazione anche il fatto che decisioni come queste vengano comunicate con queste modalità, in un periodo dell’anno in cui è ancora più difficile gestire, da tutti i punti di vista, tali situazioni di criticità. Siamo vicini ai lavoratori e alle lavoratrici che sono impegnati in assemblea fuori dai cancelli dell’azienda e che passeranno, purtroppo, un periodo natalizio poco sereno».

“I lavoratori e la lavoratrici della Snaidero meritano rispetto e tutele e a garantirle deve essere in primis la Regione. Alla Giunta chiediamo quindi un intervento di mediazione tra la proprietà e le rappresentanze sindacali affinché si scongiurino i licenziamenti prospettati, mettendo in serie difficoltà quasi 30 famiglie”. Lo afferma, in una nota, la consigliera regionale Manuela Celotti (Pd) esprimendo solidarietà ai lavoratori e lavoratrici dello stabilimento Snaidero di Majano, dopo che la proprietà ha annunciato la chiusura del reparto di verniciatura e il conseguente esubero di 28 persone. “È in corso uno sciopero indetto dalle sigle sindacali che ritengono ‘decisioni unilaterali inaccettabili’ quelle prese dall’azienda. Proprio per questo – prosegue Celotti -, e per le gravi conseguenze che la decisione finirà per avere sui livelli occupazionali e probabilmente anche sulla competitività di un’impresa che riveste un valore particolare sul territorio, dalla Regione ci aspettiamo che convochi un tavolo con tutte le parti in causa, affinché si trovi una soluzione positiva a questa vicenda”. Secondo la consigliera dem, “rimane un tema fondamentale, che è la capacità del nostro tessuto produttivo di innovarsi e di rimanere competitivo in un mercato in continua trasformazione. Da questo aspetto dipende l’attrattività della nostra regione e questa sfida deve riguardare tutti, dalle aziende alle istituzioni, con particolare riferimento alla Regione, che può sostenere i processi virtuosi di innovazione”.