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Snaidero chiude il reparto verniciatura, 28 esuberi, indetto lo stato di agitazione

Da oggi i lavoratori della Snaidero saranno in stato di agitazione. La scelta, annunciata questa mattina dalle segreterie territoriali di Fillea-Cgil, Filca-Cisl e Feneal-Uil, verrà formalizzata già in giornata come risposta alla decisione, annunciata mercoledì sera dalla storica azienda di Majano, uno dei marchi leader in Italia nella produzione di cucine, di chiudere ed esternalizzare il reparto verniciatura, che implicherà 28 esuberi. Tutto questo, hanno spiegato in conferenza stampa i segretari territoriali Carlo Cimenti (Fillea), Sonia Quatrida (Filca) e Massimo Minen (Feneal), in prossimità dell’uscita dal contratto di solidarietà, che interessa tutti i 260 dipendenti della Snaidero e scadrà a inizio febbraio.

«Siamo di fronte a una situazione molto seria e molto preoccupante, con l’aggravarsi di un lungo periodo di crisi che perdura dall’ingresso di Dea Capital come socio di maggioranza nel 2018 e ha visto un massiccio utilizzo di ammortizzatori sociali», ha spiegato Carlo Cimenti, annunciando la proclamazione dello stato di agitazione già a partire da oggi. «Solo nell’ultimo anno – ha aggiunto – ci sono stati 34 esuberi, la metà dei quali gestiti con accordi, ma il tempo della responsabilità è finito, di fronte a una scelta unilaterale, inaccettabile nel metodo e nel merito. Scelta che deve essere ritirata». Un appello che i sindacati rivolgono sia al socio di maggioranza (con Dea Capital prossimo alla cessione a un altro fondo privato), sia ai soci pubblici, Invitalia, l’agenzia nazionale per lo sviluppo controllata dal Ministero dell’Economia, e la finanziaria regionale Friulia, che detengono complessivamente il 42% del capitale.

Sotto accusa l’assenza di investimenti, anche dopo l’iniezione di 15 milioni di nuova liquidità da parte di Invitalia a fine 2023, a supporto di un piano industriale mai decollato. «Dal 2018 a oggi – ha dichiarato Massimo Minen – abbiamo visto avvicendarsi due amministratori delegati, ma mai un vero piano industriale: solo riposizionamenti di mercato che si sono rivelati infruttuosi e continue riduzioni di personale, con 100 uscite in sette anni. I lavoratori attualmente stanno lavorando per due giorni alla settimana e rientreranno dalle ferie a metà gennaio. Ci sono però le condizioni per un rinnovo degli ammortizzatori, fatto che rende ancora più inaccettabile la chiusura del reparto verniciatura annunciata in modo unilaterale dall’azienda, alla vigilia delle ferie natalizie e senza alcun confronto con il sindacato. Chiediamo alla Snaidero, e in primis ai suoi soci di parte pubblica, quel senso di responsabilità che i lavoratori e il sindacato hanno sempre dimostrato in questi anni per supportare le prospettive di rilancio dell’azienda: senso di responsabilità legato all’importanza di questa azienda per il territorio e alle risorse pubbliche investite, anche in termini di ammortizzatori».

«Parliamo di un’azienda – ha aggiunto Sonia Quattrida – che ha fatto la storia della cucina e del design, ma che vive da tempo una situazione di mercato difficile, che fino a questo momento è stata gestita attraverso un confronto tra proprietà e parti sociali. Ecco perché riteniamo non condivisibile la scelta dell’azienda, anche per le modalità con cui è stata adottata, e chiediamo di mettere in campo tutti gli strumenti disponibili per tutelare lavoratori, lavoratrici e un’azienda che resta un patrimonio di questo territorio e di questa regione».