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Sanità e Montagna, la battaglia della Carnia per la Chirurgia Senologica a Tolmezzo

Una riorganizzazione sanitaria decisa in nome dei numeri, ma che rischia di penalizzare fortemente le cittadine dell’Alto Friuli. È questo il cuore della petizione promossa dall’Associazione Nazionale Donne Operate al Seno (ANDOS) di Tolmezzo e dall’Associazione Oncologica Alto Friuli, che chiedono a gran voce il ripristino della possibilità di eseguire interventi di chirurgia senologica anche presso l’ospedale di Tolmezzo, come avveniva fino all’autunno 2024.

I contenuti della petizione 

Fino a quella data, infatti, l’equipe senologica dell’Azienda Sanitaria Universitaria Friuli Centrale (ASUFC) operava in maniera integrata nelle due sedi ospedaliere di San Daniele del Friuli e Tolmezzo, garantendo un presidio territoriale fondamentale per le donne della montagna. Con la nuova organizzazione, invece, tutti gli interventi vengono accentrati esclusivamente a San Daniele, nonostante la squadra di chirurghi e gli standard adottati rimangano gli stessi.

Una questione di “numeri”
La decisione nasce dalla necessità di rispettare i criteri di sicurezza definiti dall’AGENAS (Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali), che stabiliscono un numero minimo di interventi annui per ciascun stabilimento ospedaliero, conteggiati singolarmente e non per presidio ospedaliero unico. Questo approccio burocratico impedisce di sommare gli interventi realizzati dalla stessa equipe tra le due sedi, penalizzando strutture come Tolmezzo che, pur operando secondo tutti gli standard europei EUSOMA, non raggiungono i volumi richiesti se considerate da sole.

Un danno per il territorio montano
Il risultato è che le pazienti della Carnia e dell’Alto Friuli, già alle prese con le difficoltà logistiche e di trasporto tipiche delle aree interne, devono ora spostarsi a San Daniele per le visite anestesiologiche e per l’intervento, mentre la presa in carico prima e dopo l’operazione continua a svolgersi a Tolmezzo. Un sistema spezzato, che mette sotto pressione le pazienti e il personale.

“Non chiediamo deroghe sulla qualità – spiegano le promotrici della petizione – chiediamo che si riconosca la qualità reale del percorso senologico già attivo sul territorio, validato da protocolli internazionali e dalla certificazione EUSOMA. E chiediamo che si possa considerare la Breast Unit come una struttura ‘multi-sede’, così come previsto dagli stessi standard europei.”

Le richieste alle istituzioni
Nel documento consegnato al Presidente del Consiglio Regionale del Friuli Venezia Giulia, le associazioni chiedono di:

  • Avviare un’interlocuzione con il Governo per superare l’impasse amministrativa legata al conteggio degli interventi per singolo stabilimento.

  • Ripristinare un modello organizzativo che consenta di considerare San Daniele e Tolmezzo come sedi operative integrate di un’unica Breast Unit.

  • Garantire misure compensative per ridurre il disagio logistico delle pazienti, in particolare per quanto riguarda l’assenza di trasporti pubblici diretti tra San Daniele e il bacino montano dell’Alto Friuli.

Per informazioni consultare i siti www.andostolmezzo.org e www.aoaf.info.