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Piccoli comuni in difficoltà? L’Uncem Fvg sottolinea il modello “Comunità di Montagna”

Il dibattito avviato dalla bocciatura della fusione con Drenchia, da parte del Consiglio comunale di Grimacco, ha riaperto un interrogativo su quali soluzioni esistano per dare risposte alle difficoltà che vivono cittadini e amministrazioni dei piccoli comuni, difficoltà che hanno nel calo demografico e di personale due presupposti.

Secondo Uncem FVG (Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani) le fusioni non sono l’unica soluzione a una serie di criticità che riguardano le piccole realtà, soprattutto montane. Esiste anche lo strumento delle Comunità di montagna, che sono di supporto ai loro Comuni – e possono esserlo ancora di più – svolgendo una pluralità di servizi e funzioni fondamentali. Un modello che consente di affrontare in modo concreto problemi strutturali.

«Non fossilizzandoci troppo sul fatto che due Comuni dicano “no” a una fusione – si legge in una nota di Uncem FVG -. Occorre concentrarsi sui modi per risolvere i problemi, ricordando che l’Amministrazione regionale ha legiferato istituendo forme di gestione associata delle funzioni e dei servizi comunali, come le Comunità di montagna. Uno strumento già disponibile, che permette di governare le necessità dei territori montani, affrontare sfide e cogliere opportunità, investendo in modo più efficace le risorse economiche. Rafforzarlo significa guardare oltre i meri “numeri”, nel rispetto delle comunità locali e delle loro specificità».

«Quello della condivisione dei servizi attraverso le Comunità di montagna è un percorso già tracciato – afferma Ivan Buzzi, presidente di Uncem FVG –, su alcuni territori ampiamente utilizzato e su altri ancora da attuare pienamente. Diventa però indispensabile, soprattutto dove emergono criticità legate al personale e alla gestione dei servizi, unire le forze condividendo risorse umane e, soprattutto, competenze».

«Se intendiamo continuare a rispettare la volontà delle comunità locali, dobbiamo sottolineare che, quando sono chiamate a esprimersi manifestando contrarietà alle fusioni, è spesso per il timore di perdere un’identità che rappresenta un forte collante nei territori di montagna. Identità che spesso riveste il ruolo di leva sociale e culturale per la tenuta delle comunità stesse – prosegue la nota di Uncem FVG -. D’altronde, unendo due piccoli Comuni e creandone uno comunque piccolo, non si risolvono automaticamente i problemi dello spopolamento, né quelli legati alla carenza di servizi. Servono perciò strumenti aggiuntivi e maggiore capacità operativa per gli amministratori locali. Potenziare le Comunità di montagna significa offrire supporto reale ai Comuni, rafforzare la capacità di programmazione e migliorare l’efficacia delle politiche pubbliche. Politiche che devono nascere e svilupparsi nei territori montani, da chi li vive dodici mesi all’anno, conoscendone limiti, risorse e potenzialità».
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