Ottimo riscontro a Sappada per il simposio di scultura “Panchine artistiche”
Il Simposio di Scultura “Panchine Artistiche” di Sappada si è concluso nella mattinata di domenica 6 luglio con una cerimonia intensa in piazza Palù, dove, oltre a celebrare le opere realizzate, è stata ricordata la figura di Pierfrancesco Solero, celebre scultore di Sappada scomparso prematuramente nel 2018. Solero, classe 1961, è stato promotore instancabile della scultura lignea nella comunità e promotore di eventi culturali locali.
Sul palco il sindaco Alessandro De Zordo e il vicesindaco e assessore al turismo Silvio Fauner hanno voluto ringraziare pubblicamente i dieci scultori protagonisti dell’evento, consegnando a ciascuno un omaggio simbolico in segno di gratitudine. A chiudere la manifestazione organizzata dall’assessorato al turismo locale, c’era anche il direttore artistico Avio De Lorenzo, che ha guidato con competenza e sensibilità l’intero percorso artistico.
Nel suo intervento De Zordo ha sottolineato quanto l’iniziativa abbia dato risalto al talento dei partecipanti, evidenziando come le opere realizzate rappresentino un arricchimento per tutto il paese e contribuiranno a rendere Sappada ancora più attrattiva e caratteristica.
Fauner, promotore e coordinatore dell’evento, ha espresso grande soddisfazione per l’esito del simposio, ringraziando calorosamente il direttore artistico Avio De Lorenzo e tutti gli artisti coinvolti per aver saputo dare vita a dieci opere uniche e spettacolari. Le panchine artistiche saranno presto esposte lungo la via centrale del paese, che dal 19 luglio al 31 agosto sarà a senso unico alternato: una corsia sarà riservata ai pedoni, permettendo così a ospiti e residenti di passeggiare in tranquillità, ammirare le opere e vivere il centro come uno spazio culturale e commerciale accogliente.
Le panchine, esposte in piazza Palù negli ultimi due giorni del simposio, sono state accolte con grande entusiasmo dal pubblico. Visitatori e residenti hanno apprezzato la varietà di forme e messaggi, riconoscendo in ciascuna scultura un frammento di visione, cultura e immaginario. Ogni panchina, pur condividendo la medesima funzione, riflette la personalità, la poetica e il linguaggio di chi l’ha scolpita.
Andrea Gaspari ha portato un senso di leggerezza e meraviglia nella sua opera “La danza delle farfalle”. Con farfalle scolpite in volo e poggiate sulla seduta, ha trasformato la panchina in un inno alla natura e alla delicatezza del vivere, trasmettendo un senso di sospensione poetica.
Gianluigi Zeni ha scelto come protagonista della sua panchina il castoro, animale simbolico e resiliente che popola le zone montane. La figura scolpita, compatta e dinamica, rappresenta la forza del costruire e del convivere con l’ambiente, con uno stile potente e immediato.
Andrea Caisutti si è ispirato alle leggende delle montagne friulane, raffigurando la figura misteriosa dell’Agane, spirito femminile delle acque e dei boschi. Nella sua panchina, tecnica e immaginario si intrecciano, creando un’opera che unisce l’artigianato alla narrazione popolare.
Beppino Lorenzet ha realizzato una panchina fortemente radicata nella cultura locale, raffigurando le iconiche maschere del Carnevale del Comelico. Volti espressivi e scolpiti con energia emergono dal legno in un’opera viva, che celebra il folklore, l’identità e la memoria collettiva.
Corrado Clerici ha voluto dare forma a un mondo fiabesco, scolpendo uno gnomo tra le venature del legno. La sua panchina, giocosa e accogliente, trasporta chi la osserva in un’atmosfera sospesa tra realtà e fantasia, in cui la montagna diventa custode di racconti antichi.
Hermann Plozzer ha scolpito un’aquila maestosa, regina dei cieli montani, che si innalza dalla struttura con slancio e potenza. La sua opera unisce forza e spiritualità, celebrando la libertà e la verticalità tipica del paesaggio alpino.
Marco Pangrazio ha dato forma a una panchina dedicata alla passione per l’arrampicata. Gli strumenti dell’alpinismo – moschettoni, corde, ancoraggi – diventano elementi scultorei e simbolici, in un’opera che rende omaggio a chi vive la montagna come sfida e come casa.
Rudy De Candido ha scolpito la figura possente di un lupo, animale selvatico e controverso che oggi torna ad abitare le nostre montagne. La panchina racconta la difficile ma possibile convivenza tra uomo e natura, tra paura e rispetto, tra istinto e presenza.
Stefano Comelli ha voluto lanciare un messaggio di consapevolezza con una panchina che parla del valore delle Terre Alte, rifugio e risorsa in un tempo di cambiamento climatico. La sua scultura è insieme denuncia e speranza, e afferma il ruolo centrale della montagna per il futuro dell’umanità.
Sara Andrich ha interpretato il paesaggio montano attraverso la luce: la sua panchina è un’evocazione dei colori del tramonto, con forme fluide e cromatismi caldi che richiamano il silenzio e la bellezza delle giornate che si chiudono sulle vette.