Omicidio di Gemona, la compagna di Alessandro Venier non risponde alla Procura
Mailyn Castro Monsalvo, la compagna di Alessandro Venier, il 35enne di Gemona ucciso e fatto a pezzi dalla madre con la presunta complicità della donna stessa, non è ancora in grado di sottoporsi all’interrogatorio della Procura di fronte alla quale, se ascoltata, si sarebbe avvalsa della facoltà di non rispondere. Lo ha reso noto all’Agenzia ANSA l’avvocata Federica Tosel. “Già a fine agosto, avevamo comunicato questa decisione alla Procura – ha spiegato la legale che difende la 30enne di origini colombiane – anche per evitare spostamenti e spese inutili per la trasferta a Venezia per quella che sarebbe stata l’udienza odierna. Abbiamo anche fornito la possibilità di organizzare una videochiamata, qualora la Procura ci avesse rappresentato la necessità di verbalizzare comunque questa nostra decisione, ma ci è stato spiegato che l’interrogatorio sarà calendarizzato in futuro”.
Nessuna novità inoltre per l’affido della figlia della coppia, una bimba nata a gennaio di quest’anno: “L’iter sta proseguendo e da parte colombiana c’è anche una certa celerità nel produrre la documentazione – ha spiegato Tosel sempre all’ANSA -: speriamo che presto ci possa essere uno sviluppo positivo e la bambina venga affidata ai parenti della mamma che hanno fornito piena disponibilità ”. La figlia della coppia per ora resta in una struttura protetta individuata dal Comune di Gemona.
Tutto fermo anche per il funerale di Venier, che si svolgerà con rito civile, per il quale si attende il nullaosta della Procura. L’uomo è stato ucciso lo scorso 25 luglio.
