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Nel borgo di Cludinico, la camminata con gli abitanti e i 70 anni del campanile

Le passeggiate di comunità sono uno strumento di conoscenza del patrimonio culturale locale fondate sull’incontro con coloro che portano una memoria viva dei luoghi raccontando direttamente esperienze di vita, interpretazioni e aspettative future. In questo contesto gli abitanti diventano non solo testimoni ma anche co-ideatori dell’esperienza stessa.

È questo l’approdo della progettualità culturale che il Comune di Ovaro ha scelto di promuovere a seguito del finanziamento che ha ricevuto nell’ambito del Pnrr “Bando Borghi” e che si avvia a chiudere il secondo anno di eventi. Sabato 23 agosto si terrà la prima passeggiata del progetto Davâr Storie tracce e materia: coinvolgerà la comunità di Cludinico, paese minerario fino alla metà degli anni Cinquanta del secolo scorso. Qui si estraeva carbone e negli oltre 150 chilometri di gallerie scavate nella montagna lavorarono oltre 1600 minatori. Un patrimonio storico che non può essere né perduto né dimenticato e infatti un museo ne narra la storia ma si può attingere ancora alle testimonianze degli abitanti che nella passeggiata racconteranno cosa significava vivere qui quando la miniera era ancora attiva e cosa significa oggi vivere a Cludinico, un borgo che conta una cinquantina di abitanti.

La seconda passeggiata di comunità si terrà il 30 agosto a Cella, in questo caso ascoltando la voce di chi in questo borgo di Ovaro coltiva ricordi legati alle fornaci dove si producevano le “planelas”, le tegole che ricoprono i tetti della Carnia, patrimonio unico e inestimabile del territorio. Seguirà, domenica 31 agosto “Cumò pedale!”, pedalata alla scoperta del patrimonio culturale con la stessa formula e gli stessi intenti delle passeggiate precedenti (tutte le camminate sono gratuite e aperte a tutti ma serve iscriversi scrivendo a info@storietraccemateria.it o chiamando il 3755642033).

Le passeggiate di comunità sono l’approdo di una progettualità culturale che punta a incentivare nuove residenzialità e un turismo sostenibile e consapevole in territori fragili come sono le aree montane, in particolare della Carnia. Qui, al contrario di altre zone alpine come le Dolomiti, non si soffre di “overtourism”, o eccesso di turismo, ed è proprio grazie a questa condizione che è possibile progettare assieme alle comunità residenti nuove forme di turismo a basso impatto contribuendo così a preservare gli ambienti montani.

Ma la sostenibilità ambientale di una tale proposta richiede anche sostenibilità economica: i numeri dicono che si può fare di più e che ci sono i margini per accogliere un turista che cerca una relazione con i luoghi che visita e non solo un’ “experience”. Sperimentare l’incontro entrando nei luoghi non come turisti ma come abitanti, è la risposta; d’altronde il concetto di “albergo diffuso” nasce qui, lo inventò Leonardo Zanier: ospitare i turisti non negli alberghi ma a casa, facendoli sentire parte della comunità e non sporadici visitatori. Questo è anche un modo per creare occasioni di lavoro e di residenza, o “restanza”: non partire ma fermarsi, restando a vivere in montagna, per suscitare nuove occasioni e opportunità. Dove lo spopolamento colpisce duramente, ecco invece che i luoghi diventano perle rare di una stanzialità consapevole e fruttifera, ispirata dagli stessi abitanti che hanno scelto di restare, e che spiegano perché l’hanno fatto, o perché vale la pena risiederci.

A monte di questo progetto c’è un lavoro corposo, che ha coinvolto per due anni un gruppo di professioniste fra antropologhe, designer, manager culturali. Un team tutto al femminile che ha impostato, come spiega la curatrice Marta Tasso, “la ricerca etnografica, la mappatura culturale con gli abitanti di Cella e Cludinico, le rassegne itineranti nei borghi e nelle frazioni, l’attività di educazione al patrimonio culturale con i tre ordini scolastici (infanzia, primaria e secondaria), gli interventi didattico-museali sul patrimonio culturale della Miniera di Cludinico, le azioni divulgative per far conoscere il patrimonio della ceramica di Cella con la realizzazione di “cartoline sonore”, il percorso di avvicinamento alla lettura ai più piccoli in biblioteca”.

L’assessora alla Cultura Agata Gridel spiega che “il progetto è nato con la volontà di dare valore al grande patrimonio culturale con una visione ampia, che si interseca e si potenzia in una dinamica virtuosa, come provano gli ulteriori finaziamenti ricevuti per il nuovo Museo “Planelas e Scugjelas” e per l’ostello di Mione.

Sono giorni importanti per il borgo di Cludinico di Ovaro in Carnia: sabato e domenica ci sarà la festa di San Bartolomeo in onore del patrono al quale è dedicata la chiesa. Ma quest’anno la ricorrenza è speciale perché si celebrano i 70 anni del campanile che gli abitanti riuscirono a far costruire nel 1955 grazie a una sottoscrizione popolare molto sentita, come documentato dalle cronache dell’epoca. Già giovedì salirà nel borgo della Val Degano il coro Chei di Guart per un concerto, mentre venerdì sera ci sarà il tradizionale lancio delle “cidulas”. Poi sabato mattina appuntamento con la passeggiata di comunità accompagnata dagli abitanti, che percorrerà la strada fino a Malga Amboluzza, appena sistemata con i fondi del Pnrr. Aprirà eccezionalmente le porte il “museo Nuti”, ricavato nei locali della vecchia stalla della famiglia Tacus con gli attrezzi e i ricordi di nonno Nuti (con il nipote Armando).

L’escursione terminerà in paese con un rinfresco offerto ai partecipanti. Domenica mattina ci sarà la messa e nel pomeriggio alle 17 si terrà l’incontro “Il campanile di San Bortul” con i ricordi e le testimonianze raccolte all’epoca dell’edificazione, il concerto delle campane e un momento conviviale con la fisarmonica di Isabella Savoldelli.

Cludinico è al centro del progetto Davâr Storie Tracce Materia finanziato dal Pnrr per la rigenerazione culturale dei borghi storici, che prevede anche una serie di interventi infrastrutturali. L’opera più impegnativa riguarda la riqualificazione dell’area Vareton sulla statale 355 alle porte di Ovaro. Qui sorgerà un’ampia area di sosta e parcheggio, attrezzata con strutture per la ricettività e l’informazione turistica, dove fermarsi e ricevere informazioni per la visita, ma anche dove lasciare le auto e i pullman per inforcare la bicicletta, salire su navette per visite guidate o partire a piedi per escursioni sui sentieri del territorio. “A Vareton c’era uno degli ingressi alla miniera e l’obiettivo è riaprire una porzione di galleria come monumento alla memoria e attrazione per i visitatori, che potranno riscoprire una realtà che ha fatto la storia della valle” spiega il sindaco Lino Not. Nel complesso, le opere per l’area di Cludinico ammontano a 984 mila euro (sul milione e 600 mila euro complessivi del finanziamento Pnrr) e includono la sistemazione e il rifacimento di itinerari storici, come il sentiero dei minatori per Trava di Lauco e il collegamento con Malga Amboluzza. È prevista poi una nuova strada di accesso al sito della Creta d’Oro per agevolare le visite guidate in miniera, che riprenderanno entro agosto a seguito di interventi per adeguare i criteri di sicurezza. A Cludinico sarà presto anche inaugurata la canonica che diventerà una foresteria al piano superiore per alloggi turistici e residenze artistiche mentre il piano terra sarà a disposizione della comunità e diventerà spazio culturale-didattico allestito in collaborazione a Carnia Musei.

«Sulle tracce di storia e materia: borghi e musei per la rigenerazione culturale della montagna» è un progetto del Comune di Ovaro in collaborazione con Consorzio Boschi Carnici, Associazione Impresa sociale Isoipse, Puntozero Società Cooperativa, Istituto Comprensivo M.Gortani di Comeglians, Carnia Musei-Comunità di Montagna della Carnia, Associazione culturale “Planelas e Scugjelas”, Cantiere Friuli-Università degli Studi di Udine. Il progetto è finanziato nell’ambito del PNRR Missione 1 “Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura” – M1C3, Investimento 2.1 “Attrattività dei borghi storici”, linea B.