Mentil (Pd): «In montagna serve un infermiere di famiglia e di comunità »
«La carenza di medici di medicina generale continua a essere un forte problema soprattutto nelle aree montane, a cui non sembra arrivare una soluzione. Per questo sarebbe stato importante dare un segnale promuovendo un modello sperimentale di sanità di prossimità attraverso un servizio infermieristico di prime cure affidato a un infermiere di famiglia e di comunità ». Lo afferma il consigliere regionale Massimo Mentil che attraverso un emendamento alla legge di Stabilità 2026 chiedeva l’istituzione dell’infermiere di famiglia e di comunità nelle aree montane con uno stanziamento di 180mila euro per il triennio ’26-’28.
«Un progetto di infermiere di famiglia – continua Mentil – è stato avviato in Val d’Arzino e Val Cosa proprio per promuovere un modello di welfare di comunità , fondato sulla co-programmazione e la co-progettazione tra istituzioni, terzo settore e cittadini, quindi un sistema di salute vicino alle persone, capace di rispondere alle esigenze dei territori più periferici».
E ancora, continua, «la situazione difficile che stanno vivendo le comunità dell’Alto Friuli è diventato un problema strutturale. Il reperimento di medici si fa sempre più difficile, facendo mancare il necessario ricambio generazionale, con i medici attivi sempre più sovraccarichi» Infine, Mentil conclude sottolineando che «la carenza di medici si sta traducendo nella pressoché totale assenza di riferimenti per le cure primarie e per la continuità assistenziale, rendendo il territorio ancora più fragile».
