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Lavoratori in sciopero alla Ilmas di Sutrio

“FIM e FIOM della provincia di Udine denunciano con forza quanto sta accadendo all’ILMAS di Sutrio, dove oggi le lavoratrici e i lavoratori sono in sciopero per rivendicare il pagamento immediato degli stipendi e per fermare quello che appare come un progressivo smantellamento dello stabilimento”. Così in una nota i sindacati di categoria dei metalmeccanici.

“Nelle ultime ore – scrivono –  abbiamo infatti assistito al trasferimento di una pressa, cuore della produzione, verso altri stabilimenti e, secondo le informazioni in nostro possesso, anche verso aziende esterne. Un segnale grave, che non può che preoccupare ulteriormente chi ogni giorno, con dedizione e professionalità, manda avanti la produzione”.

“L’ILMAS di Sutrio – proseguono – è un’azienda a prevalenza femminile, radicata in un territorio montano già fragile dal punto di vista occupazionale e sociale. È inaccettabile che, in un contesto come questo, si giochi con il futuro delle persone e si calpestino diritti basilari come il salario e la dignità del lavoro”.

«Non è tollerabile che le lavoratrici dell’ILMAS debbano subire il peso di scelte industriali opache e prive di una visione – dichiarano congiuntamente Liduino D’Orlando, Segretario territoriale della FIM-CISL, e David Bassi, Segretario territoriale della FIOM-CGIL –. Chiediamo all’azienda di fare chiarezza immediatamente: sul pagamento delle retribuzioni, sul destino dei macchinari e, soprattutto, sul futuro occupazionale. Questo territorio non può permettersi l’ennesimo impoverimento produttivo e sociale».

Le due organizzazioni sindacali sottolineano inoltre che «oggi siamo qui non solo per difendere stipendi e posti di lavoro, ma per affermare con forza che la dignità delle persone non è negoziabile. Le lavoratrici non sono numeri, ma persone che meritano rispetto, trasparenza e risposte concrete. Se l’azienda pensa di smantellare in silenzio, si sbaglia: non resteremo a guardare».

“FIM e FIOM sono al fianco delle lavoratrici e dei lavoratori e pretendono risposte immediate da parte dell’azienda: sugli stipendi, sul futuro del sito e sulla reale volontà di mantenere viva una realtà produttiva storica di questo territorio” conclude la nota sindacale.