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Crescono i reati ambientali in Friuli Venezia Giulia

Si è tenuto questa mattina a Udine il Convegno “Ecomafia – Le connessioni nascoste tra illegalità e ambiente”, organizzato da Legambiente FVG in collaborazione con l’Università friulana, in particolare tra i Dipartimenti di Scienze Giuridiche DISG e il Dipartimento di Scienze AgroAlimentari, Ambientali ed Animali DI4A. A valorizzarne ulteriormente l’importanza, l’evento si è svolto nell’ambito del Corso di Diritto Ambientale, Laurea Triennale SAN (Prof.ssa G. Maccioni). 

É stata l’occasione per la presentazione ufficiale del Rapporto Ecomafia 2025 in Friuli Venezia Giulia. Nel 2024 forze dell’ordine e Capitanerie di porto hanno accertato in regione 856 reati ambientali, facendola salire dal 18° al 15° posto della classifica nazionale, con una crescita del +58,2% rispetto al 2023, 686 persone denunciate, 1 arresto e 125 sequestri. 

Il maggior numero di reati si è concentrato nel ciclo dei rifiuti (gestione illegale, discariche abusive, traffici illeciti), con 246 illeciti penali, quasi raddoppiati rispetto al 2023 (+89,3%), 195 persone denunciate e 34 sequestri. 

Crescono i reati anche nel ciclo del cemento (edilizia, urbanistica, attività estrattive, appalti per opere pubbliche), con 241 illeciti penali (+24,2%), 237 persone denunciate e 1 sequestro. 

Restano stabili, invece, i reati contro gli animali (dal bracconaggio alla pesca illegale), con 163 illeciti penali, 143 persone denunciate 1 arresto e 64 sequestri. 

La provincia con il maggior numero di reati ambientali è quella di Udine (355, con 201 persone denunciate, 1 arresto e 64 sequestri), seguita da Gorizia. Udine è sempre la prima provincia per illeciti penali nel ciclo dei rifiuti (136 illeciti penali) e in quello del cemento. Gorizia, invece, è la prima provincia per reati contro gli animali (62), seguita da Trieste, relativi soprattutto alla pesca illegale. I dati su base provinciale non tengono conto di quelli relativi alle attività svolte dal Comando Tutela ambientale e Sicurezza energetica, Tutela del lavoro e Patrimonio culturale, disponibili solo su base regionale. 

La proposta finale di Sandro Cargnelutti, per Legambiente FVG, è stata di avviare un progetto di monitoraggio civico sulle illegalità ambientali in regione FVG, in collaborazione con l’Università di Udine, le Forze dell’Ordine, Autorità Giudiziaria, le Istituzioni Locali e Regionali e le Associazioni presenti sul territorio.  “É importante leggere il fenomeno nella sua complessità per cogliere le dinamiche che sottendono ai fenomeni di illegalità ambientale in regione e promuovere azioni concrete e coerenti con la gravità del quadro che emerge dal rapporto ecomafia 2025”, ha aggiunto Cargnelutti.