Appello del dott. Agostinis agli infermieri: «Aiutateci a coprire i turni all’Ospedale di Tolmezzo»
Proponiamo la lettera-appello inviata dal dott. Paolo Agostinis, primario di Medicina interna all’Ospedale di Tolmezzo, rivolta agli infermieri. Più sotto le considerazioni sul tema del Patto per l’Autonomia.
PATTO PER L’AUTONOMIA «L’appello del dottor Agostinis apre l’ennesima tristissima pagina sulle vicende sanitarie dell’Alto Friuli e dell’intera regione. E, nel tentativo di garantire il personale per assicurare al servizio almeno la sufficienza di posti, c’è da chiedersi perché debba essere un primario a doverlo lanciare e non l’azienda sanitaria, su indicazione dei suoi vertici o della classe politica che definisce gli indirizzi del sistema. In tempi recenti sono state riempite pagine di statistiche ottimistiche, di rassicurazioni suffragate dai numeri di importanti spese strutturali; il tutto senza farsi mancare polemiche “in famiglia” su inaugurazioni anticipate di un anno o su premi al personale da destinare solo ai “meritevoli” (secondo quale base?)». Così Denis Baron, componente del direttivo del Patto per l’Autonomia e rappresentante dell’Alto Friuli, e Mirco Dorigo, del Patto per l’Autonomia dell’Alto Friuli.
«Nel frattempo, tra chiacchiere e finte crisi che nulla hanno a che fare con le esigenze dei cittadini, l’unico fatto concreto riscontrabile in Alto Friuli dopo l’annunciata privatizzazione di alcuni codici del Pronto Soccorso di Tolmezzo, ha riguardato il reparto di medicina della stessa cittadina – ovvero l’unico su una cospicua parte del territorio regionale – che il 18 giugno sarà ridotto a un quarto dei posti originali. Meno di uno ogni mille abitanti del proprio bacino d’utenza, senza contare i turisti, pronti a visitare luoghi bellissimi, ma sempre più poveri di servizi di base per i propri stessi residenti. E in tutto questo tempo, in Carnia, nel Tarvisiano e nel Gemonese, tra un’inaugurazione e l’altra, nessun esponente locale della maggioranza regionale ha speso un’unica parola sul destino dei servizi fondamentali che la popolazione sta vedendo progressivamente erodersi».
«Se con onestà intellettuale va riconosciuta la complessità del problema e la problematicità insita in scelte anche lontane nel tempo, per quanto ancora si continuerà a puntare unicamente il dito sul periodo storico e le criticità vecchie e nuove? – si chiedono Baron e Dorigo –. Cosa deve attendere la cittadinanza per vedere il governo regionale agire nel concreto a vero supporto della sanità pubblica? I problemi della sanità non sono stati scoperti oggi e chi governa (da 7 anni e con enormi disponibilità economiche) dovrebbe affrontarli con il coraggio della pianificazione e delle scelte, invece di lamentarsene e risolvere il tutto con l’inevitabilità della privatizzazione, che pare più indirizzo che conseguenza. Tuttavia, la sanità pubblica continua nella sua progressiva sofferenza, che non potrà essere risolta da azioni che sovente sembrano agire da specchietti per le allodole del consenso: abbiamo di gran lunga superato la soglia della preoccupazione e chi governa la Regione in rappresentanza del nostro territorio, non può continuare a trincerarsi dietro un discutibile silenzio».