Ampia partecipazione a Tolmezzo all’incontro con esperti sulle strade forestali
Grande partecipazione per l’incontro “Strade forestali. Riflessioni tra utilità, impatto e normativa” promosso dal periodico Il Passo Giusto in collaborazione con il gruppo dell’Alto Friuli del Patto per l’Autonomia, a dimostrazione dell’interesse dell’opinione pubblica sulla questione. Il tema è stato affrontato venerdì 5 dicembre a Tolmezzo senza pregiudiziali e con l’apporto di tecnici competenti che hanno guidato una seria riflessione sulle modalità attivate in Friuli Venezia Giulia sul finanziamento di tale specifico settore. All’iniziativa – moderata da Anna Pugliese, giornalista e collaboratrice di “L’AltraMontagna” – sono intervenuti Rino Gubiani, docente di Meccanizzazione agricola e forestale dell’Università di Udine, il geologo Dario Tosoni e Mario Di Gallo, già commissario del Corpo forestale regionale.
«Al netto dei casi in cui la costruzione di una strada forestale risponde effettivamente alle esigenze della collettività e a chiare funzionalità legate alla conservazione del territorio e all’economia, pare evidente che l’attuale impianto di regolamentazione regionale dei finanziamenti di nuove strade forestali ne favorisca una proliferazione disconnessa e del tutto priva di pianificazione, che sarebbe invece da inquadrare entro una dimensione di sistema», commenta Denis Baron, componente del direttivo del Patto per l’Autonomia e rappresentante del gruppo dell’Alto Friuli del Patto per l’Autonomia.
«Diversamente dall’attuale regolamentazione, andrebbe sostenuta e favorita una pianificazione degli interventi capace di rimettere al centro esigenze reali del territorio, le competenze tecniche e un piano di valutazione politica che affronti il contesto esteso (nello spazio e nella durata) di impatti/costi/benefici delle opere, evitando di agire sullo slancio dei contributi disponibili. Non sono pochi i casi di manufatti rivelatisi privi di senso se non controproducenti, sia dal punto di vista della tenuta ambientale come da quello dei costi di manutenzione ordinaria, che sovente gravano su comuni già in calo di risorse economiche ed umane – continua Baron –. Un esempio che pare condensare il modus operandi dell’attuale maggioranza regionale, che si autoincensa delle cifre erogate senza prevederne l’aderenza ad una visione complessiva e di prospettiva del territorio, che sulla montagna friulana pare completamente lasciata al destino di interventi disconnessi, quindi inesistente. Sarebbe invece compito della buona politica riflettere su una gestione progettuale e di senso delle risorse a disposizione, disponendone con criterio l’uso in un’ottica di media lunga durata; la cornucopia degli assestamenti di bilancio avrà fine e sarebbe una beffa, nel futuro prossimo, dover affrontare i contraccolpi di una ricchezza utilizzata con la casualità degli interventi a pioggia. Infatti, anche se non paga per gli obiettivi del facile e strumentale consenso (ricercato con smania da autoproclamati difensori della montagna), per il bene del territorio resta l’unica strada da perseguire».
