Abitare e lavorare in montagna: una strategia ecosistemica per le terre alte friulane
Riceviamo da parte di Annalisa Bonfiglioli, vicepresidente della Cooperativa Cramars di Tolmezzo, e Maurizio Ionico, amministratore unico di Melius Impresa Sociale, una riflessione sul tema “Abitare il futuro”, che propone l’adozione di una strategia ecosistemica per la rigenerazione dei luoghi, dell’abitare e del lavorare in montagna.
Sta finalmente emergendo, anche nel discorso pubblico, una riflessione più matura sull’abitare e lavorare nelle aree montane. Non più come luogo da idealizzare o da rimpiangere, ma come spazio concreto di vita quotidiana, dove si intrecciano abitare, lavorare e tempo libero.
Spinte molteplici stanno riaccendendo l’attenzione verso modelli abitativi e lavorativi innovativi: dalla pandemia al desiderio, soprattutto giovanile, di restare o tornare; dai segnali, ancora timidi, di un “controesodo urbano”, all’espansione dello smart working (meno eclatante del previsto). Co-housing, living lab, social housing, co-working: sono termini che, se ben radicati nei contesti locali, possono diventare risposte concrete al bisogno di vivere la montagna con piena dignità e sostenibilità.
Ma la realtà con cui confrontarsi è fatta di numeri e tendenze impietose. In Carnia, ad esempio, negli ultimi dieci anni, la popolazione è calata di oltre 3.500 abitanti. Le proiezioni indicano una perdita ulteriore di oltre 2.000 residenti entro il 2050. Le fasce giovani (19-39 anni) sono in calo costante, mentre oltre un terzo della popolazione ha più di 65 anni. Il risultato? Paesi che si svuotano e faticano a rigenerare il proprio tessuto sociale ed economico.
Questo progressivo abbandono si riflette anche nell’enorme patrimonio edilizio sottoutilizzato: tra 107 mila e 143 mila metri quadrati di abitazioni inutilizzate, con oltre il 53 per cento delle case non occupate e più di 220 alloggi ATER non assegnati, sui 1600 realizzati. Assistiamo all’asimmetria di risorse pubbliche orientate alla riconversione industriale e al sostegno delle seconde case, mentre il fabbisogno primario di residenze per famiglie, giovani, lavoratori e nuovi abitanti resta in larga parte disatteso.
La rigenerazione dell’abitare in montagna non può limitarsi alla sfera immobiliare. È necessario pensare in modo “ecosistemico”. Serve una governance multilivello e place-based, che unisca Comuni, Comunità di Montagna, Regione e privati in una strategia condivisa, con strumenti operativi, risorse mirate e visione a lungo termine, in grado di generare economie e innovazione.
I progetti attivati negli ultimi anni, come “Vieni a vivere e a lavorare in montagna”, “AttivaMente”, “Silver in Alps”, “Comunità e paesaggio delle Dolomiti UNESCO”, hanno dimostrato che le comunità locali possono essere protagoniste del cambiamento, e capaci di indicare percorsi e soluzioni corrette all’interno di processi di innovazione sociale.
Per un’azione concreta ed efficace, è necessario affiancare alla riqualificazione edilizia quattro politiche strategiche integrate:
-Completamento e rilancio della Strategia Nazionale Aree Interne;
-Politiche di adattamento al cambiamento climatico, sostenendo l’agricoltura polifunzionale e nuove forme di turismi sostenibili;
-Attuazione del modello di Green Communities, intrecciando dimensioni economiche, sociali e culturali;
-Rafforzamento delle “montagne produttive” attraverso la creazione di nuove filiere manifatturiere, creatività e innovazione.
Infine, servono strumenti nuovi per allineare domanda e offerta abitativa: fondi di investimento locali, agenzie pubbliche di rigenerazione, laboratori di valorizzazione del patrimonio pubblico, servizi di intermediazione immobiliare sociale. E, soprattutto, alleanze tra pubblico e privato, anche attraverso le fondazioni, per avviare un nuovo ciclo di rigenerazione urbana e territoriale.
Abitare il futuro in montagna significa costruire condizioni reali per restare, tornare o arrivare. Non si tratta solo di invertire il declino demografico, ma di dare senso e qualità al vivere nei territori delle terre alte, generare economie e innovazione. Le politiche devono essere pensate e realizzate con le comunità, non per loro. Solo così sarà possibile riscrivere il destino della montagna come luogo vivo, abitabile, produttivo.
ANNALISA BONFIGLIOLI
MAURIZIO IONICO