Un nuovo modello di governo per la montagna
Quale sarà il modello di governo del territorio nelle zone montane
e quali aree sono realmente definibili montane: sono le domande
di fondo alle quali dovrà rispondere una legge regionale, la cui
formazione ha preso avvio con l’incontro, nella sede della Regione
a Udine, tra il presidente Renzo Tondo, gli assessori Federica Seganti
e Andrea Garlatti, 74 sindaci e dieci assessori in rappresentanza di 84
Comuni dei 95 appartenenti ai territori delle Comunità montane,
già commissariate e prossime allo scioglimento.
La Conferenza dei sindaci delle Comunità montane, presieduta oggi
dall’assessore del Comune di Gorizia Guido Pettarin ed alla quale
hanno preso parte i rappresentanti delle Province di Udine,
Gorizia e Pordenone, ha sostanzialmente lavorato "in fase
preliminare – ha detto il presidente Tondo – perché su un tema di
questa rilevanza possiamo prenderci qualche settimana in più del
previsto per arrivare a norme che abbiano il consenso più ampio
possibile".
Il presidente della Regione ha illustrato alcuni concetti cardine
della futura normativa di riforma dell’ordinamento degli enti
locali in area montana. La "montanità " è il primo di questi
concetti, notando che anche questa ha gradi diversi e quindi
andrà differenziata a seconda della difficoltà e marginalità del
territorio. Le stesse differenze consigliano poi, secondo Tondo,
un modello di governo flessibile a seconda delle zone,
perfezionando l’attuale normativa sulle Unioni di Comuni.
In questa revisione si terrà conto anche del ruolo delle Province
nella gestione delle competenze e delle funzioni di area vasta.
"Se hanno dimostrato di saper far funzionare i servizi in altre
aree – ha notato Tondo – perchè non possono farlo anche in
montagna?"
Il modello delineato dal presidente Tondo va quindi verso la
razionalizzazione e la sostenibilità della gestione dei servizi
ai cittadini attraverso una forma associativa tra enti locali che
permette di mantenere il significato e l’importante ruolo sociale
delle singole municipalità .
Questo tipo di riforme – ha sottolineato – non hanno come primo
obiettivo il risparmio della spesa, ma il miglioramento dei
servizi.   Â
Il percorso indicato da Tondo prevede ora un periodo nel quale i
Comuni esamineranno le linee di indirizzo della riforma e
porteranno alla Regione le loro indicazioni in modo che, subito
dopo l’impegno per la finanziaria, la Giunta possa presentare uno
schema di disegno di legge ancora "aperto". Verso la fine del
prossimo gennaio questo lavoro tornerà alla Conferenza dei
sindaci e da quel momento partiranno i 30 giorni previsti dalla
legge per portare al Consiglio regionale il testo delle nuova
normativa.
Per l’assessore Seganti, il nuovo ordinamento degli enti locali
nelle aree montane del Friuli Venezia Giulia deve rispondere a
due elementi cardine: aumentare l’efficienza delle risposte aiÂ
cittadini e salvaguardare la rappresentanza del territorio.
Affiancando le proprie considerazioni a quelle del presidente
della Regione Renzo Tondo, l’assessore Seganti ha ricordato
l’esigenza di semplificazione anche nei modelli di governo del
territorio, mantenendo per ogni livello l’adeguatezza al proprio
compito.
Se quella che viene dalla Regione è l’indicazione per il modello
delle "Unioni tra Comuni", Federica Seganti ha rimarcato che tale
modello potrà trovare le propria specifica declinazione in ogni
singolo territorio attraverso l’utilizzo degli Statuti,
salvaguardando quindi le peculiarità territoriali.
L’assessore, che ha salutato e ringraziato gli amministratori
pubblici degli enti delle zone montane come "volontari civici",
ha ricordato che non tutti i temi di questa riforma sono stati
definiti proprio perchè è dalla consultazione complessiva
dovranno emergere indirizzi e soluzioni il più possibile
ragionati e condivisi.
Andrea Garlatti, assessore regionale all’Organizzazione,
personale e sistemi informativi, è entrato nel dettaglio degli
indirizzi per la riforma "che ha l’obiettivo di migliorare
l’offerta dei servizi pubblici locali in montagna".
"Si è pensato – ha detto – di dar corso alla formazione di Unioni
di Comuni Montani, con personalità giuridica ed organi propri".
Si prevedono infatti l’assemblea dei sindaci, il presidente
dell’Unione ed il collegio di revisione. L’adesione dei singoli
Comuni alle Unioni dovrà essere vincolante.
La riforma sarà occasione per la revisione del concetto di comune
montano, formando conseguentemente un elenco basato su elementi
più solidi e maggiormente corrispondenti alla realtà rispetto
alla situazione attuale.
Per quanto riguarda le funzioni di questi Enti, Garlatti ha
espresso l’indirizzo che si pongano in capo ad essi le funzioni
delle Comunità montane e quelle dei Comuni, eccettuato un
limitato numero di queste ultime che, per esigenze di prossimitÃ
e valenze locali, sia opportuno mantenere presso i singoli
comuni. Funzioni di area vasta potranno essere assegnate alle
Province.
In merito alla finanza e alla contabilità , pur non escludendo
altre forme, Garlatti ha affermato che l’ideale, in termini di
semplificazione, sarebbe di poter giungere, per ciascuna Unione,
ad un unico bilancio, al cui interno individuare voci di spesa
gestibili dai singoli enti in relazioni alle funzioni che non
sono esercitate in forma associata. Â
