GEMONA- Sviluppi per l’offerta culturale
Ci sono nuovi significativi sviluppi in vista per l’offerta culturale di Gemona. Già la prossima settimana, infatti, partiranno a palazzo Elti i lavori di sistemazione (all’interno del cortile) della bifora, della trifora (entrambe cinquecentesche) e del portone provenienti dal palazzo dei Di Caporiacco, edificio distrutto dal terremoto del ’76 e mai ricostruito. A questi si aggiungerà in seguito la vera da pozzo (recuperata dal medesimo edificio) che la Filologica friulana ha voluto donare al Comune. "Gli interventi in oggetto – spiega il sindaco Gabriele Marini – prevedono fra l’altro la realizzazione di una parete che nasconderà alla vista del visitatore la scala di sicurezza, migliorando pertanto l’estetica del luogo". Entro il mese inizierà pure il restauro dei 36 lacunari di Pomponio Amalteo, reso possibile dall’intervento della Soprintendenza dei beni culturali del Friuli Venezia Giulia. "Questa fondamentale opera di restauro – sottolinea Marini – richiederà all’incirca sei mesi. Nel frattempo, assieme alla stessa Soprintendenza e al Centro di catalogazione e restauro di villa Manin, penseremo ad una diversa e soprattutto integrale collocazione dei lacunari a palazzo Elti. Contiamo d’inaugurare i nuovi spazi entro l’autunno 2008". Nel frattempo, registriamo il successo della mostra fotografica sul terremoto allestita dal Comune in via Bini, nei locali adiacenti a palazzo Elti, in colaborazione con il Circolo fotografico Gemonese ed inaugurata nel novembre scorso in occasione della Festa del formaggio. Negli ultimi due mesi i visitatori sono stati ben 533 e sono parecchi, considerando che tale esposizione è visitabile esclusivamente nei giorni festivi, dalle 11 alle 12.30 e dalle 15 alle 19. "L’interesse suscitato dalla mostra fotografica – commenta il sindaco – conferma la grande attrattiva di questo genere d’iniziativa. Io lo chiamo "turismo emozionale" ed è legato ovviamente alle tragiche vicende del passato di Gemona, al sisma del ’76 ma anche alla successiva rinascita. Con il tempo contiamo di ampliare la mostra, magari pensando ad una collocazione definitiva e prestigiosa all’interno delle carceri del Castello, una volta che queste saranno state ricostruite".
