SUTRIO- Fusione con Cercivento, parla il sindaco
Il sindaco di Sutrio Sergio Straulino spiega il suo punto di vista sull’ipotesi di fusione tra il suo Comune e quello di Cercivento. «Come sindaci ed amministratori, alcuni mesi fa ci siamo messi attorno ad un tavolo ragionando sulla possibilità di una fusione tra i comuni di Sutrio e di Cercivento, pensando ad essa come la scelta che meglio si attaglia alle realtà dei due comuni e come una risposta importante anche in termini di migliori servizi da fornire alla popolazione. Tutto ciò ben prima che la Regione cominciasse, in un certo senso, ad imporre le aggregazioni di comuni. Del resto, già nel 2000, il sindaco di Cercivento, Dario De Alti, prospettava ai sindaci aderenti alla Unione dei Comuni di Cercivento, Ravascletto e Sutrio la fusione perché, valutando la situazione in prospettiva, si rendeva conto già allora dell’opportunità di una simile decisione. Cercivento e Sutrio presentano, infatti, un territorio omogeneo, il rapporto è da sempre così stretto che questa ci è sembrata la strada più naturale da percorrere nell’assoluto rispetto delle tradizioni e peculiarità reciproche, un patrimonio che abbiamo, noi per primi, tutto l’interesse di salvaguardare. Comprendiamo che vi possano anche essere dei timori ancestrali, per chi non conosce appieno il contesto ed i benefici che la fusione potrebbe apportare alle due realtà, non capiamo invece chi, per ambizioni personali e politiche, li alimenta con motivazioni di facile appiglio, ma davvero prive di fondamento. Il vero percorso di fusione tra due enti inizia nel momento in cui i due rispettivi consigli comunali chiedono alla Regione di darvi avvio. Sutrio con il consiglio comunale del 4 maggio scorso ha voluto comportarsi in modo responsabile, essere coerente con i passi in questo senso mossi a fianco di Cercivento e proseguire sulla strada intrapresa, portando in consiglio e votando la relativa delibera con cui si chiedeva alla Regione di indire un referendum popolare sul tema. È evidente, a questo punto, che emergerà in quella sede la vera volontà dei cittadini sulla fusione o meno tra i due comuni e sarà in quel contesto che si deciderà sul da farsi. Qui non ci sono uomini prepotenti e uomini deboli, come è anche stato detto dai nostri detrattori, ma sindaci che credono fortemente nel ruolo che i cittadini hanno conferito loro e vogliono salvaguardare il futuro delle proprie comunità, portando loro nuova linfa ed un rinnovato smalto. Non abbiamo mai pensato di sottomettere Cercivento come testimonia anche il nome, Cercivento-Sutrio, che vorremmo dare al nuovo comune. E non ho neppure mai detto, come invece falsamente riportato, “andiamo avanti con la fusione”, semplicemente perché conosco la procedura e mi è chiaro che è nostro potere e diritto esprimere la posizione di Sutrio, nulla di meno e nulla di più. Abbiamo votato quella delibera per dare un segnale forte alla gente, perché ci crediamo, perché abbiamo lavorato alacremente per dare un futuro a questo progetto. Se, inoltre, non è il sostegno economico che deriverebbe dall’iniziativa se assunta già oggi a poter giustificare da solo una fusione, che deve poggiare prima su ben altri presupposti, è chiaro come esso, essendo piuttosto rilevante, non possa neppure essere sottovalutato come beneficio. A me pare, purtroppo, evidente che il “Comitato del no” sia nato a Cercivento più contro il sindaco che contro la fusione e ciò è tristemente attestato dai disgustosi attacchi personali diretti al primo cittadino di Cercivento. Credo che la mancata concordanza di vedute non giustifichi mai un simile atteggiamento. Non si è capito che le vere intenzioni di Dario De Alti, che è poi il sindaco che più di tutti ha dato visibilità alla comunità di Cercivento, erano di dare nuovo respiro al suo comune. Il ringraziamento invece è stato un volantinaggio serrato e scorretto da chi lavora nell’ombra e non ha neppure il coraggio di firmarsi. Cavalcare un tema del genere e la buona fede delle persone non è comportamento degno di chi dovrebbe invece porsi, da cittadino e ulteriormente da amministratore, in una visione di prospettiva per valutare al meglio le opportunità per la sua gente, soprattutto quando queste si possono cogliere solo in un certo lasso di tempo».
