VERZEGNIS- Documentario sui “Furlans in Romanie”

Mercoledì 28 marzo 2007, ore 20.30, nella sala consiliare del municipio di Verzegnis con ospite d’eccezione la signora Adelina Paschini Demetrescu, Vice-Console Onorario di Craiova.

Giovedì 29 marzo 2007, ore 20.30, nella sala del centro sociale di Villa Santina

Martedì 3 aprile 2007, ore 20.30, nella sala consiliare del municipio di Artegna

 

Il documentario “Furlàns di Romania”, realizzato a cura di Gianni Fachin – con la consulenza storica del prof. Nicolae Luca – verrà presentato nei prossimi giorni nelle località carniche di Verzegnis e Villa Santina e, in occasione della festa della Patrie dal Friûl, ad Artegna.

Il filmato, realizzato in oltre 5 anni di studi e ricerche, ci racconta un fenomeno migratorio che a tutt’oggi non era ancora stato documentato e ci mostra un pezzo di storia del Friuli – Venezia Giulia a molti sconosciuto; in poco meno di un’ora, lo spettatore riuscirà a recuperare una memoria che sta scomparendo, riscoprendo, allo stesso tempo, i connotati e le peculiarità che contraddistinguevano ed identificavano il popolo del Friuli.

L’emigrazione ha portato via dal Friuli tantissime persone, energie, intelligenze ed ingegni e l’attuale popolo friulano appare essere il risultato di una “sottrazione”; la stessa identità dei Friulani non può esistere se si dimentica l’emigrazione.

 Furlàns di Romania” evidenzia un pezzo di storia che potrà indurre i giovani e le future generazioni a curiosare nel loro passato e a cercare qualche “valore di fondo” che, certamente, i popoli dell’epoca hanno dovuto “sopportare”.

 

Il documentario, prodotto dal centro di produzioni video-televisive “IMBELLINUM” di Invillino in Carnia, è stato realizzato grazie al sostegno della Regione Friuli – Venezia Giulia, della Provincia di Udine e della Fondazione CRUP in collaborazione con il Comune di Raveo, la Cooperativa Cramars di Tolmezzo e il Circolo Culturale “Il Colle” di San Daniele. Le musiche, realizzate ad hoc, sono di Manuel Sbordone e Simone Romano.

 

Nel documentario sono gli stessi discendenti degli emigranti friulani – che hanno conservato lingua, usanze e costumi dei loro antenati – a raccontare la storia dei propri avi.

Intorno al 1870 emigrarono dal Friuli – Venezia Giulia in Romania molte persone specializzate; era questa un’emigrazione stagionale, temporanea o pendolare. I mestieri praticati erano quelli di boscaioli, scalpellini – tagliapietra, carpentieri, muratori, piastrellisti, fabbri, agricoltori e altri, che vennero impegnati nei lavori delle costruzioni ferroviarie di fine e inizio secolo.

Successivamente, diversi nuclei familiari di origine friulana si stabilirono in Romania e si insediarono in quattro centri principali: Bucarest, il bacino forestale di Tara Hategului (in Transilvania), Craiova e in Dobrogia (vicino al Delta del Danubio). 

Nel decennio 1870-1880 erano presenti qualche centinaio di persone, mentre nel decennio successivo c’erano già circa 6.800 persone; nel primo ventennio del XX° secolo c’erano in Romania oltre 60.000 persone di provenienza del Friuli – Venezia Giulia e del Veneto.

Gli emigranti provenivano da tutte le province della Regione: Udine (Gemona del Friuli, Buia, Osoppo, Maiano, Forgaria, Pontebba, Malborghetto, Raveo, Prato Carnico, Ovaro, e Comeglians), Pordenone (Solimbergo, Sequals, Frisanco, Poffabro, Andreis, Vals, Tramonti, Barcis, Claut e Maniago,), Gorizia (Gorizia, Cormòns e Gradisca) e Trieste.

Gli emigrati della nostra regione hanno contribuito allo sviluppo economico e sociale della Romania, ed i suoi  discendenti fanno parte della Comunità Italiana di Romania, di cui vi è una rappresentanza nel Parlamento Rumeno.

Questi nostri progenitori, grazie all’isolamento, hanno conservato i dialetti del tempo, mantenendo sostanzialmente la specificità delle varie località di appartenenza; questa tenace conservazione linguistica viene mantenuta soprattutto in località alquanto isolate che non ebbero più contatti con la regione di origine. Ancor oggi, in queste famiglie, si parla un dialetto puro, probabilmente superiore a quello delle regioni di provenienza, dove sono intervenuti mutamenti dovuti allo sviluppo economico.

Nei luoghi dove ci sono stati gruppi importanti e consistenti di gente e famiglie friulane si sono conservate ancora diverse tradizioni delle località oriunde quali il purcitâ, (come ancor oggi, anche all’interno di queste comunità, viene chiamata la lavorazione delle carni di maiale) le feste di carnevale, i canti, le poesie, il modo di costruire le case, di coltivare la terra, di lavorare nelle cave e nei boschi… ecc.. Sono nate in Romania diverse associazioni di discendenti italiani a tutela della loro specificità che tentano, in qualche modo, di far sopravvivere le loro origini; ma è fisiologico… è già prevista la scomparsa totale della lingua, simultaneamente all’elemento biologico stesso.

Assieme al documentario è stato realizzato anche un volume intitolato “L’emigrazione storica dei Friulani in Romania”. L’opera segue la falsariga del documentario; oltre all’abile e precisa esposizione del prof. Nicolae Luca, il libo è supportato da molti dati, informazioni ed interventi che, chiaramente, non potevano trovare posto nel documentario.