ARTEGNA- “Processo a Dio”, mercoledì incontro
Che cosa vuol dire, oggi, fare un processo a Dio? E processarlo non è, in fondo, un modo per riconoscerne l’esistenza, anche quando è messa in discussione? Questi gli interrogativi teologici e filosofici, ma fortemente legati al vissuto dell’umanità contemporanea segnata da paure, orrori e conflitti, attorno ai quali saranno chiamati a confrontarsi mercoledì 7 marzo alle ore 20.30 in un incontro proposto al Nuovo Teatro mons. Lavaroni di Artegna dalla locale associazione “Amici del Teatro” con il sostegno della parrocchia e della Provincia di Udine, il sacerdote e giornalista mons. Duilio Corgnali, vicario foraneo di Tarcento, lo scrittore, artista e storico Tito Maniacco, e l’antropologo Stefano Morandini, docente all’università di Udine. Straordinaria partecipazione anche dell’attrice Ottavia Piccolo che andrà in scena domenica 4 marzo al Lavarono con lo spettacolo “Processo a Dio” di Stefano Massini. “La parola chiave di questo testo – spiega Massini – non è il dolore dell’Olocausto, bensì il non-senso, quella nebbia fitta che avvolge il presente, quella insignificante banalità che muove la storia con il tragico sconcerto di chi ne è vittima?”. Proprio da riflessioni come queste, che muovono il testo dal suo interno, trae spunto il dibattito di Artegna, nato proprio dall’incontro con questo testo che ha suggerito all’associazione “Amici del Teatro” l’idea di voler tentare di indagare la crisi dell’uomo moderno, il suo profondo senso di smarrimento proprio nel momento in cui sembra aver raggiunto la tanto agognata dimensione di “superuomo”.
La tavola rotonda, moderata dalla giornalista Antonella Lanfrit, sarà introdotta dall’antropologo Stefano Morandini che muovendo da un video sui rituali della preghiera in Friuli interverrà sul tema del cambiamento del rapporto con Dio e con il divino nella società contemporanea. Il dibattito con Corgnali, Morandini e Maniacco si concentrerà sul rapporto tra “Dio e l’uomo”, per riflettere su che cosa rappresenta Dio per l’uomo e per la sua storia, ma anche sul tema “i mali dell’uomo”, per sollecitare i relatori a interrogarsi insieme sul perché l’uomo senta ancora oggi la necessità di “schierare Dio” nei suoi conflitti, e sul perché avverta l’esigenza di individuare un colpevole ai mali di cui è responsabile continuando a cercare ciò che ha smarrito dove c’è più luce e non dove lo smarrimento è avvenuto. “L’intento, naturalmente, non è quello di arrivare a una sentenza finale– spiegano gli organizzatori –, quanto piuttosto quello di riflettere in modo serio, consapevole e documentato, su ciò che sta alla base dei mali che affliggono l’uomo di oggi, e su cosa può fare l’umanità per cercare di guarirli, anzi su cosa l’umanità è chiamata a fare con urgenza e senso di responsabilità”.
