GEMONA- Record di presenze per Palazzo Elti
Nuovo record di presenze per palazzo Elti. Nel corso del 2006 sono stati ben 3900 i visitatori, con un aumento di circa il 9% rispetto ai dodici mesi precedenti. “E’ questo un motivo di grande soddisfazione per noi tutti – commenta il sindaco di Gemona, Gabriele Marini – Specialmente per il sottoscritto, dal momento che ho sempre creduto in questo progetto: la realizzazione a palazzo Elti di un prestigioso spazio museale, ottenuto recuperando le tante opere che avevamo sparse nei caveau delle banche e nei depositi della Provincia. L’aumento progressivo delle presenze ci conforta non poco, spingendoci a fare ancora meglio in futuro al fine di rendere più interessante l’offerta per i visitatori. L’ultimo rientro previsto è quello del tabernacolo ligneo di Madonna delle Grazie, un pezzo seicentesco di grande pregio che era ospitato presso il Museo diocesano di Udine e che troverà collocazione al primo piano di palazzo Elti. Il ritorno del tabernacolo arricchirà ulteriormente il nostro percorso culturale. Ed è sempre con l’obiettivo di mantenere alto l’interesse per il museo-pinacoteca di via Bini che continueremo inoltre ad ospitarvi mostre temporanee a tema”. “E’ poi in dirittura d’arrivo – prosegue Marini – la pubblicazione del catalogo di palazzo Elti, curato dalla dottoressa Franca Merluzzi del Centro regionale di catalogazione e restauro di villa Manin relativamente alla parte redazionale, con il supporto della Regione e dello stesso Centro di catalogazione e restauro per quanto riguarda l’intero apparato fotografico”. “Siamo dunque molto fiduciosi in un 2007 altrettanto positivo, anche perché i presupposti sono buoni: nel giorno dell’Epifania ben 150 persone hanno visitato palazzo Elti, altrettante il museo del Duomo e c’è interesse pure per il sacello di San Michele, all’ingresso cittadino di porta Udine e per i suoi affreschi (presto ne verranno ricollocati altri tre, attualmente in restauro. Spero infine che entro l’anno venga completata la pinacoteca di S.Antonio con l’arrivo da Mantova di una serie di opere della scuola veneta del Cinque-Seicento”.
