TOLMEZZO- Burgo, intervento di Legambiente Fvg

Legambiente FVG interviene in merito al “caso Burgo” ritenendo che le omissioni e, soprattutto, i molti silenzi che stanno caratterizzando questa fase, oltre a segnare una sconcertante conferma di una gestione confusa, confermano tutte le preoccupazioni già espresse in merito alle capacità di futuro di un’area vasta della nostra regione.
La sentenza del TAR, del 18 luglio u.s., è di fatto un punto fermo e imprescindibile, anche se il silenzio calato su quella che a tutti gli effetti è una “vittoria” e una ineccepibile puntualizzazione della norma vigente, è qualcosa molto vicino all’imbarazzo, forse per la troppo evidente bocciatura di una continuità di conduzione dell’intera vicenda.
L’importanza del merito della sentenza, segna anche la scarsa probabilità, a meno di convergenze politiche bipartisan, che il Consiglio di Stato ne ribalti il contenuto con la prevedibile conseguenza di mettere in discussione, oltre alla legge n.225/92 sulla protezione civile, anche il principio del “chi inquina paga”.
In questa fase l’elemento “trattabile” è la richiesta di sospensiva della sentenza che può essere o meno avversata in sede di Consiglio di Stato in attesa che i due livelli di governo, nazionale e regionale, decidano un più dignitoso appiglio normativo per riattivare la procedura di emergenza.

La straordinaria continuità del governo del caso a livello regionale, è stata motivata dalla necessità di abbreviare le procedure amministrative, aspetto questo che non tiene conto né della realtà, né di quanto sostenuto dal Commissario uscente.
Gli interventi sulla linea produttiva, per una riduzione del livello di inquinamento, erano possibili con una semplice applicazione di quanto previsto dalla legge n.319/76 – Merli; mentre le procedure d’appalto non hanno usufruito di accelerazioni legate alla gestione commissariale.
Il termine di presentazione delle offerte è slittato di un mese, con la nuova scadenza fissata al 26 settembre u.s.; il bando prevede che dall’assegnazione dell’appalto all’inizio dei lavori ci siano non più di 18 mesi per le autorizzazioni di merito. Tra l’altro sarebbe particolarmente interessante conoscere le motivazioni di tale proroga tecnica per garantire la sospensiva indotta.
L’unico effetto certo della gestione commissariale è l’opacità con cui si è proceduto e che ha permesso, tra l’altro, alla proprietà di non esporsi con dichiarazioni significative sul futuro dello stabilimento di Tolmezzo o sulla necessità di assunzione degli oneri per la messa in sicurezza della cartiera. Opacità che ha, anche, significato una conduzione della vicenda non paragonabile ad altre emergenze occupazionali.
I lavori previsti, a differenza di quanto affermato in questi giorni, ammontano a qualche decina di milioni di euro, con un tempo di esecuzione che non potrà essere di qualche mese, e che comunque dovrà prevedere anche i successivi tempi di messa a regime e di collaudo.
Solo la chiusura temporanea del reparto cellulosa, richiesta avanzata sin dall’inizio dell’emergenza, ha eliminato l’inquinamento da solfiti; vale la pena ricordare che la supposta non correttezza del metodo di rilevamento dei solfiti, ha portato all’utilizzo di una nuova metodologia di analisi che, oltre che a necessitare di una copertura giuridica per ora non riscontrata, non ha comunque fatto rientrare i valori nei termini di legge.
Legambiente FVG ha proposto all’on. Ermete Realacci un’interrogazione, che verrà depositata oggi, ai Ministeri dell’Ambiente e dell’Industria per conoscere quale strada vuole avviare il Governo nazionale per porre fine all’emergenza occupazionale nel pieno rispetto della salvaguardia ambientale.