TOLMEZZO- Burgo, incontro Illy-Legambiente
Legambiente FVG, presente il portavoce nazionale Roberto Della Seta, ha consegnato ieri al Presidente della Giunta regionale una memoria con alcune richieste di priorità nella definizione delle strategie di sviluppo che, a breve, si tradurranno nei documenti finanziari e una nota relativa alla presa di posizione dell’associazione in merito all’improvvisa soluzione data alla vicenda Burgo.
Il Presidente della Giunta ha accolto la richiesta di assegnare priorità al settore energetico che, stante anche gli ultimi avvenimenti, ha uno straordinario impatto nella definizione delle politiche di sviluppo, sia settoriali che inter-settoriali, ed ha altrettanto straordinari impatti ambientali.
E’ stato assicurato l’impegno della Giunta per una revisione del Piano energetico regionale che, oltre a soddisfare le esigenze di bilancio energetico, miri anche al raggiungimento degli obiettivi di Kyoto attraverso una forte incentivazione dell’efficienza energetica e delle nuove fonti rinnovabili, a un deciso investimento su innovazione e ricerca, all’appaiamento della nostra Regione alle esperienze europee più avanzate.
La nostra Regione può ambire a una posizione di “eccellenza”:
a) se vengono attivate le politiche attive intersettoriali che Kyoto richiede;
b) se l’ipotesi di euro-regione si concretizza in un ambito territoriale omogeneo su cui verificare complessivamente le strategie di produzione e distribuzione definite su un’area vasta;
c) se, in definitiva, saremo capaci di attivare sinergie in grado di garantire un’offerta energetica al più basso impatto ambientale possibile.
E’ stato ricordato che la vicina Carinzia, nella tradizione dei paesi nordici, è in fase di raggiungimento agli obiettivi di riduzione delle emissioni dei gas climalteranti previsti dal Protocollo, e lo stesso vale per la Baviera.
In merito alla situazione Burgo, Legambiente FVG ha ribadito una netta contrarietà a qualsiasi ipotesi di gestione che superi la normale amministrazione la cui conduzione, tra l’altro, deve essere ricondotta alla massima trasparenza.
La ricostruzione storica della vicenda, raccolta in una memoria, rimanda principalmente ad una mancanza palese di trasparenza che ha permesso, negli anni, una amministrazione discutibile e scelte politiche assolutamente insostenibili, a partire dalla decisione di uno stanziamento pubblico per sopperire alla mancata depurazione dei reflui di competenza della proprietà dello stabilimento che, per altro, viene riproposto come unica soluzione “possibile”.
Ed è ancora una mancata trasparenza che ha permesso una progettazione, inspiegabilmente chiusa da un collaudo eseguito al 60% della portata, di un impianto di depurazione definito inidoneo, e ha fatto sì che il controllo degli scarichi effettuato dagli organi pubblici sia stato nullo dal punto di vista dell’efficienza, e non siano stati presi provvedimenti per sopperire alla mancata depurazione delle acque della cartiera.
Il danno ambientale, tuttora in atto vista l’impossibilità fisica a rimuovere il by-pass illecito che convoglia il 95% dei reflui della cartiera direttamente nella Roggia e quindi in Tagliamento, è grave e la classificazione dei corsi d’acqua superficiali, ai sensi del DLGS 152/99, deliberato dalla Giunta regionale il 23 gennaio 2003, segnala una qualità delle acque del Tagliamento che dal livello “elevato” alla sorgente, in arrivo a Tolmezzo è “buono” e ad Amaro risulta “scadente”. Un fiume che a valle della Burgo rientra nella tabella V del decreto 152/99, definito come “ambiente eccezionalmente inquinato o alterato”.
Una situazione che in nessun modo può essere ridotta nella sua dimensione, soprattutto considerando che l’apporto del Tagliamento, con il suo costante carico di inquinamento alle falde e alle riserve sotterranee, subito a valle, resta ancora un episodio tutto da valutare e da quantificare, con vaghe assicurazioni in merito alla garanzia di qualità dell’acqua.
