TOLMEZZO- Accorpamento “Marchi”, petizione degli insegnanti

Una petizione a difesa del liceo “Marchi” è stata inviata al sindaco di Tolmezzo, agli assessori provinciali all’Istruzione e alla Montagna, al presidente del Consiglio d’Istituto, ai rappresentanti di genitori e studenti, ai sindacati e alle Rsu dell’Isis “Paschini-Marchi”. L’hanno firmata sedici insegnanti dell’istituto tolmezzino di fronte alla ventilata possibilità dell’accorpamento delle due classi quinte, eventualità che, secondo il corpo docente, porterebbe gravi conseguenza, in particolare per gli studenti. Si tratta, infatti, di due classi appartenenti a corsi nettamente differenziati, cioé liceo sociopsicopedagogico e liceo linguistico. Molte delle materie di studio, perciò, sono diverse: da una parte psicologia, pedagogia, sociologia e legislazione sociale, dall’altra fisica, tedesco e francese. Non solo, anche le materie all’apparenza comuni in realtà non lo sono, in quanto la letteratura italiana, per la quinta linguistico, prevede obbligatoriamente costanti riferimenti all’ambito letterario straniero. In queste condizioni, secondo gli insegnanti, la classe unica sarebbe costretta a dividersi per una parte significativa dell’orario scolastico, con le immaginabili conseguenze sull’ordinato svolgimento delle lezioni. Anche il lavoro di approfondimento e le prove d’esame sarebbero in gran parte diversa. “Non sono certo le condizioni migliori per affrontare l’ultimo anno di studi” spiega il corpo docente, preoccupato anche dal fatto che l’accorpamento causerebbe la diminuzione di ore di insegnamento, con perdita di professori di ruolo da molti anni presenti nell’istituto e che verrebbero sostituiti da supplenti. “Così facendo le scuole di città, che godono di condizioni molto più favorevoli e soprattutto sicure, finiranno per attrarre definitivamente i nostri studenti, impoverendo ulteriormente il territorio carnico” denunciano gli insegnanti. In effetti è facile supporre che i genitori decidano di iscrivere il figlio a Udine, dove si possono trovare un percorso formativo e docenti fissi nell’arco dell’intero periodo di studi. La petizione si chiude con l’augurio che l’accoparmento non si traduca in realtà e non venga attuato a danno di altre classi dell’istituto, magari proprio durante l’estate, quando cioé manca ogni controllo da parte di famiglie, docenti e parti sindacali. C’è anche l’invito rivolto a chi rappresenta gli interessi della Carnia a tutelare i diritti degli studenti, “che devono essere salvaguardati soprattutto in una realtà dagli equilibri delicati quale quella montana”.
(di Bruno Tavosanis, dal Gazzettino)