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Viaggio da incubo per diversi friulani sul treno Napoli-Udine

“È stato un viaggio da incubo per diversi friulani quello di lunedì scorso sul treno Napoli-Udine”. Parole di Laura Contessi, maestra di Pontebba, che assieme al marito ha vissuto ore decisamente complicate.
“Il treno di Italo 8920, partito regolarmente dalla stazione centrale di Napoli alle 15.35, si è fermato alle 17.30 in galleria a mezz’ora di strada da Firenze – racconta Laura Contessi -. Da quel momento è iniziata una vera e propria odissea durata ben sette ore. Al buio, senza servizi igienici, senza cibo perché senza corrente le macchinette non funzionavano e senza linea per alcune compagnie telefoniche, con aria che all’interno del vagone si faceva sempre più pesante, con bambini piccolissimi, gestanti e anziani. La tensione è cresciuta a dismisura quando l’equipaggio si rifiutava di aprire le porte, cosa che avrebbe permesso un adeguato ricambio d’aria”.

“Il tentativo da parte dei tecnici di un aggancio-traino al treno è miseramente fallito e più il tempo passava, più l’agitazione cresceva – prosegue -. Molti fruitori hanno chiamato le forze dell’ordine chiedendo un intervento dall’esterno, ma le richieste sono state esaudite soltanto con sei ore di ritardo. Alla fine Italo ha messo a disposizione un altro convoglio ferroviario e i soccorritori hanno provveduto a spostare le persone su un treno supplementare, che ha dovuto ritornare verso Roma Tiburtina perché il guasto non consentiva di andare verso Firenze. La cosa grave è stata l’assenza di un piano di evacuazione e i soccorsi arrivati in tempi biblici, a fronte di 460 persone che andavano sostenute in questa situazione. L’odissea si è conclusa soltanto dopo le 6.30, quando con 8 ore di ritardo il treno ha raggiunto finalmente la stazione di Udine”, conclude Laura Contessi.