Una quindicina i fermati dopo gli scontri a Udine
Scontri a Udine tra polizia e manifestanti pro Pal al corteo di protesta: petardi e lacrimogeni contro le forze dell’ordine che hanno usato gli idranti. Nei tafferugli feriti due giornalisti, uno dei quali è stato colpito alla testa da un sasso. A quanto si apprende sono 15 al momento le persone trattenute negli uffici della Questura di Udine. Nelle prossime ore, anche con l’ausilio dei numerosi filmati che sono stati girati, saranno contestate diverse responsabilità nelle violenze.
“Italia-Israele non si doveva giocare”. Le parole vengono scandite al megafono, ancora prima che il corteo pro Pal lungo le vie di Udine avesse ufficialmente inizio, Poi, a fine manifestazione e con la partita in corso, si sono verificati gli scontri in strada con le forze dell’ordine. Sono stati migliaia i manifestanti (15.000 per gli organizzatori, 8000 per la Questura) che hanno affollato il centro città , provenienti anche da fuori regione, per dire “no” al match valevole per la qualificazione ai Mondiali, disputato allo stadio Friuli. Imponente la macchina della sicurezza attivata, in centro come allo stadio, dove i controlli, per chi ha comprato un biglietto per assistere alla partita, sono stati rigorosi.
I momenti di tensione però si sono registrati al punto di arrivo della manifestazione, in piazza primo Maggio, dove una parte dei manifestanti ha tentato di sfondare il cordone di polizia per andare oltre con l’intenzione di raggiungere lo stadio. Una volta respinti, i manifestanti si sono diretti verso un altro possibile varco. Contro la polizia sono stati lanciati petardi e le forze dell’ordine hanno risposto con un cordone di agenti in tenuta antisommossa e gli idranti. Poi in via della Vittoria alcuni manifestanti hanno sollevato transenne per colpire i blindati della polizia. Le forze dell’ordine in tenuta anti sommossa con manganello e scudo hanno risposto respingendoli. Sono stati lanciati anche lacrimogeni. Fino a quel momento il corteo si era svolto pacificamente e la maggior dei manifestanti è rimasta in piazza Primo maggio, punto di arrivo del corteo.
“L’antisemitismo è un pregiudizio mostruoso che tuttavia si è ahimè riaffacciato, dimostrando che la memoria della tragedia di 80 anni fa non è più sufficiente a tenere lontana l’eco del più odioso dei pregiudizi razziali. Fermarne la diffusione e reprimere ogni manifestazione è un impegno solenne che il governo assume in questa Aula. Purtroppo anche ad Udine i violenti estremisti pro Pal hanno aggredito le forze dell’ordine perché volevano impedire lo svolgimento della partita di calcio Italia-Israele”. Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani nell’informativa alla Camera.
“Massima vicinanza e gratitudine alle donne e agli uomini delle forze dell’ordine, che stanno garantendo l’ordine pubblico in una situazione difficile e a tutti coloro, come gli operatori dell’informazione, che sono in servizio per dare conto di un evento che dovrebbe essere solo un momento di sport”. Lo ha detto il governatore del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga, esprimendo solidarietà alle forze dell’ordine e agli operatori informazione coinvolti negli scontri avvenuti durante il corteo Pro Pal. Fedriga, allo stadio per assistere alla partita Italia-Israele, ha condannato “ogni forma di violenza e di attacco”.
“Tutta la mia solidarietà e vicinanza ai giornalisti feriti negli scontri”: lo ha detto l’allenatore Gennaro Gattuso chiudendo la conferenza stampa dopo la vittoria per 3-0 di Italia con Israele. “Mi spiace per chi è stato colpito da una pietra in testa mentre faceva il proprio lavoro – ha aggiunto -: sapevamo che il clima non sarebbe stato facile. Per settimane si è discusso persino se questa gara sarebbe stata disputata. Alla fine questo clima di tensione lo abbiamo un po’ pagato. Adesso speriamo tutti in giornate più felici. Ringrazio i 10mila allo stadio, che sembravano tre volte tanti e anche gli oltre 6 milioni davanti alle tv. Sapremo renderli orgogliosi”.
