Musica, letture e riflessioni a Tualis nel nome di don Pierluigi Di Piazza
Domenica 19 ottobre alle ore 14.30 nel cimitero di Tualis di Comeglians, vicino alla tomba di don Pierluigi Di Piazza, per il quarto anno ci sarà un momento di incontro con lui «per salutarlo, stare assieme, ricevere ancora da lui sollecitazioni, coraggio, fiducia, speranze, per arricchire le energie interiori, il nostro animo – dice il fratello, il dott. Vito Di Piazza -. Leggendo alcune delle sue riflessioni, ci sentiremo sicuramente coinvolti in una spiritualità profonda che ci può trasmettere quella forza per alimentare, vivificare, orientare l’essere e il fare».
Ci saranno alcuni dei canti cari a don Di Piazza, con la lettura del Credo dei Popoli grazie alle musiche dirette dal maestro Giuseppe Tirelli con il suo gruppo musicale Domus Musicae Quartet di Mortegliano. Aida Talliente artista e lettrice, leggerà pregnanti riflessioni di don Di Piazza scritte nei suoi libri. Ci saranno anche le testimonianze di Barbara Bellaccini, nipote di Padre Ernesto Balducci (che arriverà da Firenze) e di Marinella Chirico, giornalista e già caposervizio Tgr Fvg Rai. Previsto anche un momento di preghiera condotto da don Giovanni Ferro, sacerdote amico di don Pierluigi.
«Le riflessioni che verranno lette parlano in particolare del significato della spiritualità e dell’accoglienza – spiega Vito Di Piazza -. Dice Pierluigi sulla spiritualità: ”Per me la spiritualità è da intendersi, laicamente, come profondità dell’anima; le ispirazioni e gli itinerari di fede possono orientare, illuminare, ampliare ulteriormente. La spiritualità fa sì che non ci fermiamo né alle situazioni contingenti, né a quelle materiali, né a quelle del solo fare, del solo agire. La spiritualità è la dimensione che sostiene la vita e che ci conduce alla trascendenza, all’andare oltre ciò che stiamo vivendo e facendo. E’ dono, è ricerca, è grazia, è continuo approfondimento: la sento dentro la realtà, dentro il fare, e mi piace pensare ad una spiritualità che attraversi la materia, la scienza e la tecnologia, perché queste dimensioni non siano assolutizzate. La spiritualità è forza che può pervadere, vivificare, alimentare, correggere, direzionare, orientare l’essere e il fare…“. E sull’accoglienza così si è anche espresso: “L’accoglienza è concretezza e mistero, oltre che ospitalità concreta degli altri. Nessuno ne è maestro, può essere solo testimone. Penso a quel libro importante di Erich Fromm, “L’arte di amare”, in cui si delinea l’amore come un’arte in cui sempre applicarsi ed impratichirsi, perché nessuno ne è competente in modo esauriente. L’accoglienza è espressione dell’amore ed è anch’essa un’arte da apprendere in continuazione, con acquisizioni mai compiute e definitive. Ci deve essere un progressivo miglioramento negli aspetti organizzativi dell’accoglienza; resta però una dimensione prioritaria, fondamentale, indispensabile, si può dire laicamente, la spiritualità dell’accoglienza da cui si esprimono l’attenzione, la premura, la cura nella concreta prossimità. L’insegnamento di mia madre e di mio padre, in sintonia con quello di Dio, è sempre vivo e attuale e continua a parlarmi insieme alle donne, agli uomini, alle comunità, maestri di accoglienza, a sollecitarmi ad apprendere continuamente l’accoglienza…”»
In condizioni di tempo avverso, tutto si svolgerà nella Chiesa di Tualis. La riflessione iniziale, il coordinamento dell’incontro e le conclusioni saranno curate dal dott. Vito Di Piazza.
