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Fiom-Cgil e Fim-Cisl: «Alla Il.Mas di Sutrio una chiusura silenziosa»

«Con la nuova uscita di due presse dallo stabilimento e l’annuncio che, nei prossimi giorni, anche gli stampi verranno trasferiti, si compie un ulteriore passo verso lo svuotamento definitivo della Il.Mas di Sutrio». Lo scrivono in una nota Fiom-Cgil e Fim-Cisl, che aggiungono: «A rendere il quadro ancora più preoccupante è la recente dichiarazione dell’amministratore unico Matteo Biasizzo, che ha comunicato l’apertura della consultazione per la cassa integrazione per cessazione di attività. Un segnale inequivocabile di quella che appare sempre più come una decisione già presa: chiudere».
«Come Fiom-Cgil e Fim-Cisl non possiamo che denunciare, ancora una volta, la profonda contraddizione tra le dichiarazioni dello stesso Biasizzo, che continua a parlare di “ricerca di partnership industriali”, e la realtà concreta vissuta dalle lavoratrici e dai lavoratori – proseguono i sindacati -. Lo smantellamento progressivo e sistematico di un presidio industriale storico nel cuore della montagna friulana. Siamo davanti a una lenta ma inesorabile chiusura: uno stabilimento a prevalente occupazione femminile, in un territorio già fragile e penalizzato dalla marginalità geografica, viene abbandonato senza alcuna prospettiva concreta, industriale e occupazionale. La narrazione di una possibile alleanza industriale si sta rivelando, nei fatti, un’operazione di facciata. I macchinari che escono, il personale che rimane nell’incertezza, l’assenza totale di un piano di rilancio, parlano molto più delle parole».
«Chiediamo con forza chiarezza, rispetto per il lavoro e un’assunzione di responsabilità piena da parte dell’azienda -conclude la nota di Fiom-Cgil e Fim-Cisl -. La comunità montana friulana non può essere trattata come una realtà di serie B. La dignità delle lavoratrici e dei lavoratori di Il.Mas merita ben altro».

SI-AVS «Esprimiamo piena solidarietà alle lavoratrici e ai lavoratori della Il.Mas di Sutrio, in lotta per il proprio futuro. Già lo scorso mese erano scesi in sciopero per chiedere il pagamento immediato degli stipendi arretrati e per fermare lo smantellamento dello stabilimento. Oggi, come denunciato da FIOM e FIM, l’azienda ha aperto la consultazione per la cassa integrazione per cessazione di attività: un chiaro segnale della volontà di chiudere, confermato dalla fuga in questi giorni di presse e stampi».
Questo si legge in una nota di Sinistra italiana FVG-AVS, che prosegue così: «La Il.Mas è un presidio industriale storico della montagna friulana, con una trentina di dipendenti, in gran parte donne, che rischiano di perdere il lavoro. La politica industriale pubblica sembra essere ancora un tabù per la destra regionale e nazionale e non è un caso che non manchi occasione, da quelle parti, per assecondare solamente la parte datoriale. La ricchezza invece la creano le lavoratrici ed i lavoratori. Ci sono già i mezzi – pensiamo al Workers Buyout – perché essi stessi possano decidere il loro futuro, quello dei loro luoghi di lavoro e della ricchezza che creano».
«Come Sinistra italiana FVG-AVS chiediamo che la Regione Friuli Venezia Giulia ed il Mise intervengano con urgenza, mettendo in campo tutti gli strumenti di politica industriale di competenza per difendere l’occupazione e garantire un futuro allo stabilimento», conclude la nota.

(nella foto un’immagine dello sciopero dello scorso fine luglio)