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L’opposizione di Tolmezzo: «Quale scopo e costo per il container di via Monte Festa?»

Numerosi cittadini di Tolmezzo hanno segnalato all’opposizione consiliare l’improvvisa comparsa, alcune settimane fa, di uno strano oggetto blu nei giardini pubblici di via Monte Festa, sotto il sovrappassaggio di via Spinotti. 

«Dagli accertamenti che ho condotto a nome dei colleghi dell’opposizione – afferma il consigliere Gabriele Moser -, è emerso che tale struttura, difficilmente ben identificabile, non sarebbe altro che un container in lamiera, tipo rimessa attrezzi da cantiere, preposto per la somministrazione di alimenti e bevande ai passanti. Sorgono spontanei dubbi sulla funzionalità e sull’effettiva utilità di tale cassone in relazione all’attività a cui questo sarebbe destinato in un periodo di fine estate e in una zona in cui sono presenti numerosi pubblici esercizi che erogano le medesime prestazioni. In ogni caso, tali valutazioni vanno lasciate alla cittadinanza». 

Nella nota dell’opposizione si legge ancora: «Questo container non avrebbe mai dovuto essere collocato in tale zona per violazione delle Norme tecniche di attuazione del Piano regolatore generale comunale della città di Tolmezzo che non consentono “la realizzazione di manufatti, o parti di essi, non corrispondenti alla salvaguardia del decoro urbano quali box prefabbricati in lamiera o di altri manufatti similari, ivi comprese le serre destinate a magazzino o deposito attrezzi”In ottemperanza a tale normativa, non è consentito a nessun soggetto pubblico o privato installare e costruire, per esempio, vani di servizio in lamiera, rimesse per attrezzi, box auto che compromettano il decoro urbano. Come è possibile pretendere il rispetto di tali disposizioni se l’Amministrazione comunale stessa, per prima, non le osserva e ne dà l’esempio? Proprio per tale ragione, gli organi preposti ne hanno immediatamente stoppato l’esercizio, tant’è che il chiosco non è mai entrato in servizio».

«Inoltre, il box “fantasma” era in origine stato noleggiato, verosimilmente a inizio estate dalla Nuova Pro Loco Tolmezzo, su indicazione dell’Amministrazione comunale, per collocarlo a Prà Castello, unitamente a una serie di arredi stile balneare – prosegue la nota -.  L’idea originale avrebbe potuto anche avere una certa attrattività sulla scorta di vecchie reminiscenze storiche che rammentano l’antica colonia elioterapica di littoria e fascista memoria sita proprio nei medesimi luoghi. Peccato che nell’entusiasmo generale per questa mirabile idea turistica, l’Amministrazione si sia dimenticata, probabilmente persino prima di noleggiare la struttura, di accertarsi della fattibilità e della concreta realizzabilità del progetto. Il tutto è risultato assolutamente impraticabile: quella specifica zona dove il container volante avrebbe dovuto essere situato risulta, infatti, essere assoggettata, dal Piano di assetto idrogeologico (PAI), a un’area ad altissimo rischio di frane e smottamenti. Per tale ragione anche in Prà Castello, vietato. È inconcepibile e a dir poco scandaloso che l’Amministrazione non lo sapesse».

«L’operazione lampo di tale box parrebbe dover costare alle casse comunali non meno di 2.000 euro da corrispondere al fornitore – sottolineano i gruppi di opposizione -. Ma al di là della questione economica, comunque non irrilevante, ipotizziamo, avendo visionato il container, che questo non sia nemmeno strutturalmente conforme, dal punto di vista igenico-sanitario, alla destinazione d’uso della somministrazione di alimenti e bevande. La vicenda, oltreché essere potenzialmente onerosa per il bilancio del Comune, dimostra, ancora una volta, l’approssimazione e il pressapochismo con cui codesta Amministrazione gestisce le faccende e le facezie della cosa pubblica. Da ultimo, posto anche che la progettualità potesse essere normativamente ammissibile, sarebbe risultata, in ogni caso, francamente e totalmente superflua per la collettività. Inoltre – conclude la nota -, avrebbe costituito un’oggettiva concorrenzialità a nocumento economico delle attività commerciali esistenti sul territorio che si dedicano professionalmente, ogni giorno, all’esercizio della somministrazione di alimenti e bevande sobbarcandosi, spesse volte, onerosi canoni di locazione e costi fiscali ed energetici sempre più elevati in un periodo dominato dalla contrazione dei consumi».