Tunnel Passo Monte Croce Carnico, «ci sono anche vantaggi ecologici»
Sul tema della viabilità del Passo Monte Croce Carnico, riceviamo e pubblichiamo le considerazioni di Enzo Unfer, già responsabile del Dipartimento Edifici e Logistica presso la Banca Europea per gli Investimenti.
L’argomento principale a favore della costruzione di un tunnel di vetta al Passo Monte Croce è la sicurezza delle persone: evitare tragedie su una strada di valico ripida e pericolosa. Tuttavia, spesso si tendono a trascurare i vantaggi ecologici del progetto del tunnel.
Il nuovo tunnel, con portali a 1.000 metri di quota, ridurrebbe sensibilmente il dislivello rispetto all’attuale punto più alto del passo, che si trova a 1.357 metri. Ciò si traduce in un minor consumo di energia da parte dei veicoli, un minore consumo di carburante e minori emissioni.
I numeri parlano chiaro: in base ai dati sul traffico del 2022 e 2023, il tunnel consentirebbe di risparmiare annualmente oltre 3.100 tonnellate di emissioni di CO₂ e circa 1,4 milioni di litri di carburante. Ciò equivale all’eliminazione di circa 600 auto di media cilindrata per un intero anno.
Non solo l’ambiente ne trarrebbe beneficio. Anche gli utenti della strada godrebbero di vantaggi: il viaggio attraverso il percorso rettilineo e pianeggiante risulterebbe dal 30 al 40% più veloce rispetto alla tortuosa strada di valico – un guadagno tangibile per pendolari, viaggiatori e l’economia delle due regioni, Carinzia e Friuli-Venezia Giulia.
A ciò si aggiungono gli effetti positivi sul fragile ecosistema alpino. Lo spostamento del traffico nel tunnel ridurrebbe drasticamente l’inquinamento acustico e luminoso, proteggendo così flora e fauna. Anche le valli su entrambi i lati del confine beneficerebbero di minori emissioni e di una ridotta erosione del suolo.
Il tunnel di quota non rappresenta quindi un rischio ecologico, ma una soluzione lungimirante: sicurezza per i viaggiatori, protezione del paesaggio alpino, efficienza economica e una mobilità al passo coi tempi.
Da non dimenticare, secondo uno studio specializzato commissionato dalla Regione Carinzia nel 2019, il tunnel di vetta porterebbe a un aumento del traffico di solo circa il 5%. I principali corridoi di transito nord-sud rimarrebbero il Brennero e Tarvisio; il Passo Monte Croce rimarrebbe dunque un valico a carattere regionale. Inoltre, l’assessore regionale Cristina Amirante, nella conferenza stampa del 30 luglio, ha esplicitamente escluso dal progetto il traffico pesante (TIR).
E infine, come promemoria, se la Carinzia e il Friuli-Venezia Giulia dovessero richiedere aiuti finanziari all’UE, fino all’85% dei costi del progetto del tunnel di vetta potrebbe essere coperto da sovvenzioni europee.
ENZO UNFER
