SOCCHIEVE- Ieri il Consiglio Direttivo della Coldiretti Udine

“Fare impresa con successo in montagna è possibile. Lo testimonia l’azienda zootecnica e agrituristica di Katia Rabassi che, grazie all’impegno di una giovane imprenditrice, ha saputo rinnovarsi e orientarsi alla multifunzionalità. Un esempio che dà fiducia a coloro che credono nel rilancio della montagna friulana”. È un messaggio positivo quello che Roberto Rigonat, presidente della Coldiretti di Udine, ha voluto far emergere dalla riunione del consiglio direttivo di fine estate. Organizzato a Socchieve e dedicato all’analisi della situazione sociale e economica del territorio montano, l’incontro ha visto la presenza tra gli altri dell’assessore regionale all’agricoltura Enzo Marsilio, dell’Arcivescovo di Udine mons. Pietro Brollo, del presidente di Coldiretti Fvg Dimitri Zbogar e di numerose autorità delle aree montane.

“La formazione è fondamentale per far comprendere agli agricoltori l’importanza che riveste la loro presenza in aree montane – ha evidenziato l’assessore Marsilio -. Deve essere chiaro che la gestione del territorio e dell’ambiente non può avvenire se non c’è attività agricola. Con il Progetto Montagna e la proposta di legge sulla ricomposizione fondiaria, entrambi fortemente voluti da Coldiretti, sono stati fatti importanti passi avanti nell’elaborazione di soluzioni concrete per la rigenerazione del comparto agricolo e le problematiche delle zone montane. Certo, dal punto di vista delle risorse economiche dovremo fare i conti con i tagli previsti nelle entrate del bilancio regionale. Dovremo operare sicuramente sacrifici anche in campo agricolo che rispondano ad obiettivi chiari”.

“Oggi in montagna ci sono una serie di strumenti nuovi a disposizione degli agricoltori – ha evidenziato il direttore provinciale di Coldiretti Mauro Donda -. Bisogna creare le condizioni per cogliere le opportunità offerte dalla nuova Pac, dal Piano di sviluppo rurale, dalla legge di orientamento e abbandonare un approccio negativo, puntando invece sulle tante risorse che il territorio offre, dai prodotti di qualità alle strutture di accoglienza agrituristica”. “Sono affettivamente molto legato a queste zone, non solo perché vi sono nato, ma anche perché sono stato parroco ad Ampezzo – ha sottolineato Mons. Pietro Brollo -. Chi va in montagna sa che il sacrificio è un elemento indispensabile per raggiungere la vetta. Così anche nell’attività imprenditoriale agricola senza sacrificio non c’è crescita, ed è questo l’insegnamento che dobbiamo dare a nostri giovani, in particolar modo a coloro che scelgono la montagna come luogo dove vivere e lavorare”.

Nel suo intervento Gianpietro Tomat, presidente della consulta Coldiretti della Carnia, ha rilevato che “La diminuzione delle aziende agricole, il ridimensionamento del patrimonio zootecnico e delle aree coltivate ha portato a un impoverimento economico e sociale delle aree montane, oltre a una parziale scomparsa del tipico paesaggio alpino. Con il nuovo modello di agricoltura verso il quale si è orientata l’Unione Europea si aprono però nuovi orizzonti, in cui la multifunzionalità e la qualità delle produzioni rappresentano punti fondamentali per il rilancio dell’agricoltura in montagna”.